Nasce la “Comunità de L'Opinione”

È nata giovedì “La comunità de L'Opinione”, l'associazione che vuole riunire attorno al nostro quotidiano, che è il più antico giornale politico italiano (in quanto nato nel 1847), persone di prestigio, competenza e qualità disposte ad impegnarsi per favorire la realizzazione di tutte le grandi riforme indispensabili per ridare al paese lo slancio necessario ad una sua effettiva ripresa. La formazione de “La comunità de L'Opinione” è stata preceduta da una lunga fase di preparazione avviata lo scorso anno con una serie di incontri degli amici di antica data del giornale e che ha trovato un primo momento di sintesi e di elaborazione nel convegno tenuto ad Assergi (L'Aquila) nei mesi scorsi in cui sono state discusse le linee di riforma su cui impegnarsi personalmente e verso cui indirizzare l'azione di comunicazione e di promozione de L'Opinione.

Questa iniziativa è sicuramente una delle tante che stanno nascendo nel territorio nazionale. Non è vero che la crisi produca l'antipolitica. È vero, al contrario, che una crisi pesante e lunga come quella attuale alimenti la richiesta di una politica diversa e migliore di quella risultata corresponsabile della crisi stessa. Ed in questo senso l'iniziativa di dare vita a “La Comunità de l'Opinione” rientra perfettamente nell'alveo delle numerosissime iniziative analoghe volte a promuovere un rinnovamento profondo e radicale della vita pubblica italiana. Rispetto alle altre, però, quella che si è concretizzata ufficialmente giovedì presenta alcune differenze che non possono non essere sottolineate. La prima è che il tentativo della nostra “comunità” di offrire un contributo al risanamento morale e politico del paese può contare su uno strumento di comunicazione già esistente ed in piena attività. Il ché consente non solo di attivare immediatamente un meccanismo di informazione interna alla “Comunità” ma, soprattutto, di assicurare la indispensabile visibilità alle iniziative ed alle battaglie della associazione. La seconda è che “La Comunità de L'Opinione” non ha bisogno di costruirsi una faticosa credibilità di partenza ma usufruisce di quella che gli viene dalla storia, dalla tradizione e dalla caratterizzazione del giornale attorno a cui si aggrega. Si tratta di una storia tormentata, faticosa, difficile, tipica dei giornali di idee che alle spalle hanno le idee e non i gruppi industriali o le banche.

Ed anche la tradizione è quella minoritaria nel nostro paese di chi crede alla libertà come al valore prioritario da difendere e tutelare ad ogni costo in una società aperta ed in una democrazia liberale. Ma proprio le difficoltà della propria storia e la consapevolezza di della propria tradizione minoritaria accentuano la caratteristica che costituisce la dote principale che il giornale assicura alla associazione “La comunità de L'Opinione”. Cioè la sua assoluta autonomia. Sia dai poteri economici che da quelli politici. Le idee di libertà di cui L'Opinione si è fatta portavoce da sempre ed in particolare negli ultimi vent'anni hanno dato una collocazione culturale al giornale ponendolo genericamente nell'area del centro destra. Ma nessuno ha mai potuto attribuire “padroni” o “padrini” di sorta al quotidiano. E questo riconoscimento implicito di autonomia e di indipendenza assicura a “La Comunità de L'Opinione” la credibilità e l'autorevolezza morale necessarie per non avere remore di alcun genere nello stimolare le forze politiche tradizionali ad impegnarsi nella realizzazione delle grandi riforme (istituzionale in senso presidenziale, fiscale, del lavoro, delle autonomie, della giustizia, dello stato burocratico-assistenziale) e nel promuovere la formazione di una nuova e migliore classe dirigente del paese. Vasto programma, come avrebbe detto il generale De Gaulle? Sicuramente. Ma senza passione ed un pizzico di utopia non si fa nulla. Neppure i programmi minimi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:51