
Nella Prima Repubblica il cursus honorum di un politico degno di questo nome prevedeva l'elezione e la lunga presenza in Parlamento per chi aspirava ad un ruolo di rilievo nella vita pubblica. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un De Gasperi, un Togliatti, un Nenni, un Fanfani, un Berlinguer, un Andreotti,un Moro, un Craxi svolgere una qualche funzione politica senza aver essere stati eletti alla Camera o al Senato. La regola è valsa anche nella Seconda Repubblica. Quando tutti i personaggi di spicco dell'epoca del bipolarismo muscolare hanno continuato a pensare che senza la presenza in Parlamento il loro ruolo politico sarebbe stato ridimensionato o, addirittura, azzerato.
La novità di quella che non è la Terza Repubblica ma solo la coda della Seconda e della Prima, è che questa regola è stata di fatto abrogata. Massimo D'Alema si è autorottamato, non si è presentato alle elezioni, non è presente in Parlamento, ma continua ugualmente a svolgere una importante funzione politica all'interno del Partito Democratico. Lo stesso vale per Walter Veltroni, che non ha bisogno del laticlavio parlamentare per far valere il proprio peso politico all'interno del Pd. Per non parlare di Beppe Grillo che è e rimane il leader incontrastato del Movimento Cinque Stelle pur essendo interdetto ai pubblici uffici per una vecchia condanna passata in giudicato. Alla luce di questa innovazione va considerata l'affermazione pronunciata sabato scorso a Brescia da Silvio Berlusconi secondo cui i magistrati che lo tengono in odio possono emettere tutte le condanne a suo danno che vogliono. Ma non potranno mai impedire agli elettori del Pdl di sceglierlo come il proprio leader incontrastato. Pochi hanno fatto caso al significato politico di questa affermazione. Molti l'hanno giudicata una semplice frase ad effetto pronunciata per ingraziarsi la piazza dei sostenitori bresciani e per replicare polemicamente ai contestatori dei centri sociali.
Ma il significato politico reale della frase di Berlusconi è che i magistrati di Milano lo potranno anche condannare per la vicenda Ruby, quelli di Napoli potranno anche fare altrettanto con il caso Lavitola e quelli di qualsiasi altro tribunale potranno fare altrettanto in qualche ulteriore processo in atto o di la da venire. Ma non ci sarà sentenza, anche quella che dovesse passare in giudicato, che potrà impedire agli elettori del centro destra di considerare il Cavaliere vittima di una giustizia ingiusta e politicizzata e pretendere che , proprio per questa ragione , continui a rimanere il leader indiscusso del fronte dei moderati. E se in seguito a qualcuna di queste sentenze di condanna i guastatori del Pd decidessero di rilanciare la proposta dell'ineleggibilità di Berlusconi, della sua espulsione dal Parlamento e, ultima ed estrema ipotesi, il via libera ad un suo eventuale arresto deciso da qualche magistrato in cerca di visibilità? La risposta è sempre la stessa. Nessuno potrebbe mai impedire agli elettori del centro destra di continuare ad attribuire al Cavaliere il ruolo di leader dei moderati e nessuno potrebbe impedire a Berlusconi di svolgere dall'esterno del Parlamento, da casa sua o da qualche carcere, la funzione di capo della maggioranza relativa degli italiani.
I sondaggi parlano chiaro. Le vicende giudiziarie del fondatore del Pdl non influiscono minimamente sul consenso nei suoi confronti. Anzi, come sempre è accaduto nel corso degli ultimi venti anni, più l'accanimento giudiziario è aumentato d'intensità, più i consensi sono aumentati. A dimostrazione che insistere sul tentativo della liquidazione per via giudiziaria dell'avversario principale della sinistra non serve affatto allo scopo ed alimenta la sfiducia della maggioranza del paese nei confronti della giustizia malata e di chi la usa per i propri fini. La conclusione, dunque, è semplice. Non saranno le condanne (che debbono passare in giudicato) ad eliminare il Cavaliere. E non sarà quest'ultimo a far cadere il governo per reagire alle forzature della magistratura prevenuta e politicizzata. Per batterlo ci vorrà la politica. Quella che manca ad una sinistra priva di idee e di un minimo di buon senso!
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:18