
Aldo Moro aveva detto in Parlamento che la Democrazia Cristiana non si sarebbe fatta processare in piazza. Invece il leader Dc venne sottoposto ad un processo politico nel chiuso di un covo delle Brigate Rosse e venne ucciso (ma i carnefici usarono il termine “giustiziato” considerando legittimo il loro “processo”) nel bagagliaio di una sgangherata Renault. Da morto, però , Moro ottenne una singolare sorte venendo addirittura rivalutato (il termine non va inteso secondo il vocabolario italiano ma nella accezione resa nota dalla tradizione del vecchio marxismo-leninismo) da quella cultura che avrebbe voluto processarlo in piazza e che si accontentò di prendere atto dell’“errore” dei “compagni che sbagliano”. Giulio Andreotti ha avuto la fortuna di non venire giustiziato dalla Br (che pure avevano scelto lui come bersaglio prima di Moro).
Ma ha avuto la doppia sfortuna di essere stato processato sia nelle aule giudiziarie, sia nella piazza virtuale creata dai grandi media nazionali. E di non ottenere alcuna rivalutazione da morto di ma di subire da defunto una sorta di damnatio memoriae non solo da parte dei propri nemici più irriducibili (vendi l’invasato per fatto personale Caselli ed il presuntuoso ignorante Saviano) ma , soprattutto, da una massa di poveri inconsapevoli. Quelli alimentati da anni da una vulgata egemonica tesa a processare nelle piazze, nelle aule dei tribunali, in Parlamento, nelle commissioni parlamentari, nei giornali, nella Rete ed in ogni luogo ed occasione favorevole i propri avversari , considerati non semplici concorrenti o nemici ma come i rappresentati del male assoluto da distruggere in nome del bene e della virtù intese secondo la logica del più ottuso giacobinismo. Sulla scia di questa forsennatezza si inserisce (la vicenda delle commissione giustizia ne è la spia più indicativa) il riflesso condizionato di una parte consistente della sinistra di infischiarsene dei problemi dell’emergenza del paese che impongono l’esistenza di un governo di larghe intese per poter finalmente processare e liquidare nelle aule giudiziarie, in Parlamento, nelle piazze ed in qualsiasi altro luogo adatto alla bisogna Silvio Berlusconi .
A seguire l’istinto più immediato bisognerebbe rispondere alla arrogante pretesa della sinistra ottusa ed irresponsabile mandando all’aria il governo delle larghe intese e puntando apertamente e decisamente ad elezione anticipate chiarificatrici. Ma le condizioni del paese impongono una maggiore prudenza. E dovrebbero spingere il Pdl, partito che in questo momento viene considerato in crescita costante grazie al suo senso di responsabilità, a resistere alle provocazioni. Il tempo non gioca a favore di quelli che da alcuni decenni pensano di processare in piazza , nelle aule di giustizia e nei covi i propri avversari. I giacobini sono invecchiati. E con Andreotti non è morta solo la Prima Repubblica ma anche la pretesa dei suoi avversari di eliminarla con i metodi del giacobinismo mediatico e giudiziario!
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:28