La spada di Damocle dell'Iva

Alcuni autorevoli quotidiani hanno calcolato in circa 180 miliardi di euro, spalmati nei cinque anni della prossima legislatura, il costo dei tagli fiscali promessi dai partiti in lizza per il governo del Paese. E su questo piano anche i compassati Bersani e Monti hanno cercato in tutti i modi di emulare la scoppiettante campagna elettorale del temuto Cavaliere, facendosi trascinare in una sorta di gioco d'azzardo fatto di puntate e di rilanci al buio. In particolare sull'Imu, simbolico terreno di scontro fiscale, Pdl, Pd e Lista civica se le stanno dando di santa ragione. E ad un Berlusconi che propone tout court abolizione e restituzione del maltolto, fanno da pendant gli altri due citati leader avversari promettendo graduali riduzioni dell'imposta e/o aumento della franchigia d'esenzione.

Ovviamente dato che la casa rappresenta il principale bene rifugio degli italiani, nessuno vuole lasciare all'avversario il monopolio della tutela politica di questa importante proprietà privata. Tuttavia, in un tale mare magnum di allettanti abbattimenti fiscali sembra che ci si stia dimenticando di una importante spada di Damocle, la quale a biglie ferme sta per calare a breve sul collo dell'intera collettività. Mi riferisco all'aumento di un punto della più alta aliquota Iva, già messa a bilancio dal governo uscente. In sostanza si tratta di una ulteriore spremitura tributaria di circa 5 miliardi di euro, a fronte dei 4 che comporterebbe l'eliminazione della predetta Imu sulla prima casa.

Ebbene, non sarebbe più serio che i personaggi in ballottaggio per entrare nella stanza dei bottoni, prima ancora di avanzare fantasmagoriche riduzioni di tasse, elaborassero un piano per evitare di portare la principale imposta indiretta alla stratosferica aliquotà del 22%? A questo proposito mi permetto sommessamente di ricordare che ogni ritocco in alto di dell'Iva determina un ulteriore aggravamento del ciclo recessivo, penalizzando ulteriormente consumi ed investimenti. Ciononostante, siamo costretti ad assistere ad un assurdo spettacolo pokeristico tra personaggi che fanno a gara nello spararla più grossa, dimenticandosi però alcuni elementi essenziali. Tra questi, per l'appunto, il modo per evitare di far scattare a luglio il pernicioso effetto moltiplicatore di una imposta sul valore aggiunto di stampo sovietico. Se abbiamo ancora un barlume di serietà, dovremmo proprio cominciare dall'Iva il discorso sulle tasse, altro che chiacchiere.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:44