Il declino della Chiesa e il declino dello stato

Il Papa che si dimette è un caso religioso e politico. L'aspetto religioso riguarda la Chiesa. Sia che le dimissioni siano dipese dalla debolezza umana di un uomo anziano che avverte la fatica di portare sulle proprie spalle il peso di una istituzione bimillenaria. Sia che questa debolezza sia stata provocata dalle divisioni esistenti all'interno della comunità ecclesiale incapace, ormai dai tempi del Vaticano II, di dare una risposta unanime e convincente al problema della modernità.

L'aspetto politico, invece, riguarda il mondo in generale ed il nostro paese in particolare. Ed è bene evitare di mescolare grossolanamente i due aspetti se si vuole capire realmente l'effetto politico generale e particolare delle dimissioni del Pontefice. A livello mondiale il gesto di Benedetto XVI appare come un segnale di debolezza della Chiesa e non può che provocare una ulteriore diminuzione dell'influenza dei cattolici nelle zone dove sono in minoranza e debbono difendere con sempre maggiore difficoltà e fatica la loro identità (ed in qualche caso anche la sopravvivenza fisica). Lo stereotipo che impazza è quello antico del Papa, per di più straniero, vittima degli intrighi di una Curia tutta italiana. Come ai tempi di Celestino V o Gregorio XII, tempi di un papato tutto concentrato sulla penisola e drammaticamente condizionati dai tradizionali vizi italici. Per i protestanti è dunque il segno della decadenza irreversibile, in forma di ritorno al passato, della Chiesa cattolica. Per le religioni più aggressive come l'islamismo fondamentalista è l'occasione per accelerare e potenziare l'offensiva per la cacciata dei “crociati” dalle loro sacche di presenza in Africa e negli altri paesi musulmani. A dispetto delle anime belle occidentali che si rifiutano di riconoscerla, c'è il serio rischio che la guerra di civiltà lanciata dai fondamentalisti islamici contro l'Occidente cristiano assuma forme sempre più virulente in nome della necessità di dare il colpo di grazia all'avversario in ginocchio.

Anche per il nostro paese, al di là delle ipocrite dichiarazioni ufficiali dei responsabili delle istituzioni e delle forze politiche, le dimissioni del Papa sono un segno di debolezza della Chiesa rosa al suo interno da intrighi, divisioni, interessi e nefandezze di ogni tipo. Ma mentre il mondo registra la debolezza del cattolicesimo in maniera distaccata o con l'obbiettivo di utilizzarla a proprio vantaggio, la politica italiana non si separa e non utilizza. Si intreccia strettamente rifiutandosi di separare l'aspetto religioso e quello politico e si comporta come se la crisi della Chiesa ed il suo declino si identifichi con la crisi dell'Italia ed il suo declino.

Su questo fenomeno gioca fin troppo chiaramente la convinzione della cultura cattolica, fatta propria nel secondo dopoguerra da quella d'ispirazione marxista, secondo cui il nostro paese non è altro che una appendice del Sacro Soglio. E secondo cui i problemi religiosi della Santa Sede non vanno disgiunti ma uniti con quelli della politica italiana. Gioca anche l'inesistenza di un pensiero laico , non necessariamente laicista, che rivendichi la necessità di tenere rigidamente separata la sfera religiosa della Chiesa da quella civile dello stato. Per impedire proprio il ritorno dello stereotipo che tanto soddisfa gli stranieri con pregiudizi e che agli occhi esterni riporta l'Italia alle condizioni che tanto indignarono Dante Alighieri. Questa commistione che di fatto rende ancora una volta lo stato laico subalterno dell'autorità religiosa e della sua istituzione terrena va combattuta con decisione. Non per un anticlericalismo anch'esso di ritorno. Ma per rispetto nei confronti della Chiesa, che deve superare le proprie divisioni e risolvere le proprie contraddizioni, in piena autonomia e senza subire l'oggettiva pressione di mondo impregnato di cultura passiva e subalterna. Ed anche per salvaguardare la laicità del nostro paese ed il suo diritto a decidere la propria sorte senza senza farsi condizionare dai problemi e dalle difficoltà dell'ingombrante vicino Vaticano

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:52