
Oggi, come nel 1976, Marco Pannella e il gruppo dirigente della galassia radicale sono in sciopero completo della fame, e presto forse anche della sete, per denunciare la mancanza di informazione da parte del servizio pubblico radio televisivo a proposito della lista di scopo “Amnistia, giustizia e libertà” che sarà presente a tutte le competizioni elettorale indette per fine febbraio 2013, politiche o regionali che siano. Se allora c’era il vecchio Partito radicale a presentarsi alle politiche, e a favore delle battaglie laiche di Pannella firmavano persone come Pietro Nenni , Jean Paul Sartre, Simone De Beauvoir, Norberto Bobbio, Umberto Terracini, Rita Levi Montalcini, Alberto Moravia, Umberto Eco, Giorgio Albertazzi, Franco Fortini, Altiero Spinelli, Alberto Bevilacqua, Camilla Cederna, Federico Caffè, oggi ci si deve accontentare, si parva licet, di solidarietà sparse tra tutti i partiti presenti in Parlamento e dei 150 deputati che hanno firmato la petizione dell’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, a Napolitano per la nomina del super Marco nazionale a senatore a vita.
Ma i radicali, mentre in queste ore le giurisdizioni internazionali continuano a condannare la Repubblica italiana per la violazione dei diritti umani sulle carceri, chiedono a chi di dovere di interrompere l’impedimento per i cittadini di conoscere le ragioni, cioè lo scopo di questa lista “Amnistia Giustizia Libertà”. Concettti intorno ai quali, dal Natale 2005, si sono unite le massime autorità istituzionali, scientifiche, religiose e sociali del paese. Come è noto le ultime iniziative dello stato maggiore radicale sono state, da una parte, la lettera aperta dello stesso Pannella a Monti e alle massime cariche dello stato, e, dall’altra l’incontro del segretario di Radicali italiani Mario Staderini con i delegati dell’Ocse in Italia. Pannella che nei giorni scorsi ha cercato un’interlocuzione persino con Berlusconi (che non si è fatto scappare l’occasione), vista la sordità di Bersani e dei vertici del Pd al rinnovo del ticket delle scorse politiche, a Monti si era offerto come garanzia di laicismo e di federalismo europeo. Chiedendo altresì «che l’Italia, questa Italia, esca dalla assoluta flagranza criminale nella quale da decenni e decenni insiste, persevera nei confronti delle giurisdizioni europee, internazionali e – in primissimo luogo – della Costituzione italiana».
In pratica è la giustizia lo scopo di questa lista di scopo, e l’amnistia, pure presente sul logo del simbolo, è un mezzo e non un fine per il ripristino della legalità. Ma c’è da dire che sinora tutti e tre gli schieramenti in campo di tutto hanno parlato tranne che del risanamento anche costituzionale di questa infrastruttura ormai collassata. Un paese con la giustizia ridotta come in Italia è paragonabile a uno stato europeo che avesse tutte le autostrade distrutte da una calamità, o le linee ferroviarie interrotte o gli aeroporti bombardati. Ma questo in Italia, tranne Pannella, nessuno ha il coraggio di dirlo agli elettori. Che invece continuano ad abboccare al gioco delle parti dei talk show dove i presunti nemici, vedi il caso Santoro-Berlusconi, vengono in realtà messi in condizione di accrescere a buon mercato le preferenze in una sorta di scambio scellerato con l’audience. Per la cronaca “Servizio Pubblico” venerdì ha avuto 6 milioni e 780 mila telespettatori per uno share che ha quasi raggiunto il 34%, roba che per una tv come La7 è praticamente fantascienza. In compenso la Rai, che è teoricamente pagata con le tasse dei cittadini per fare il vero “servizio pubblico” se ne frega anche di ripristinare le tribune politiche nelle settimane calde di questa campagna elettorale da incubo, se non da film dell’orrore. «Dopo che per cinque anni sono state cancellate illegalmente le tribune politiche – spiega Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani - ora sono stati previsti prima della fase finale della campagna elettorale solo due spazi sulla Rai di 7 e 10 minuti ciascuno, e in orari di basso ascolto. Per tutti gli altri, naturalmente, c’è Ballarò and company».
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:24