Passera e l'ipocrisia dei tecnici

«Un altro governo in bilico per questioni di Passera». In una battuta fulminante il giornalista Enzo Sara, ha sintetizzato due anni di politica italiana. Il prologo lo conoscono tutti, caso Ruby e varie. Quello che potrebbe rappresentare l’epilogo di questo biennio, invece, è stato avviato con la dichiarazione che il ministro tecnico allo Sviluppo Corrado Passera ha fatto ad Agorà contestando la decisione di Silvio Berlusconi di presentarsi alle prossime elezioni politiche e sostenendo che la ricandidatura dell’ex premier rapresenterebbe agli occhi del resto del mondo e dei nostri partner un passo indietro dell’Italia. Una dichiarazione politica, insomma. Che tradisce senza margine di equivoci, l’intenzione del ministro di riposizionarsi e precostituirsi un futuro politico personale sotto l’ala protettiva del centrosinistra. Legittime aspirazioni, certo. Ma sarà singolare che un ministro di un governo tecnico, che quindi dovrebbe ricoprire un ruolo di terzietà, si esponga personalmente, usando il suo ruolo istituzionale, davanti alle telecamere ed entrando a gamba tesa nel confronto tra gli schieramenti politici pronti alla sfida della prossima tornata elettorale per delegittimare il leader del partito a maggioranza relativa che sostiene l’esecutivo di cui fa parte? E che utilizzi la rete televisiva nazionale per distribuire patentini politici e stigmatizzare il rischio di retrocessione del paese senza, tra l’altro, che una riforma a favore dello sviluppo e dell’economia sia stata presa a vantaggio dell’Italia inabissatasi nel frattempo in un regime di insostenibile vessazione fiscale, di recessione e di innegabile peggioramento  economico e sociale? Quando Passera parla della retromarcia cui è esposta l’Italia  per via della decisione di Berlusconi e addossa le responsabilità dell’attuale crisi agli ultimi dieci anni di governo (pur avendo parlato di reponsabilità diffuse), omette di riconoscere un dato che di cui è ben consapevole: l’impoverimento  del paese è dovuto in massima parte all’esplosione di un sistema che per cinquant’anni ha retto all’insegna della trasformazione delle strutture pubbliche in strutture clientelari e della conseguente e progressiva crescita della spesa pubblica. È evidente che il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, ha dato il buon esempio e avviato la norma di esporsi politicamente avvalendosi del proprio ruolo istituzionale. Passera, quindi, è buon ultimo in questa singolare galleria di gente che tira i sassi nascondendosi dietro la propria presunta terzietà. Ma questa volta il sasso non è caduto nello stagno. Ha rotto il vetro del sostegno del Pdl al governo tecnico. Ed ha offerto a Silvio Berlusconi l’occasione buona per ricompattare il Pdl ed aprire la campagna elettorale all’insegna del “no” al governo delle tasse e degli aspiranti politici mascherati da tecnici.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:37