I mille dubbi dei neo centristi

«Un successo oltre ogni speranza» ha innegabilmente segnato la prima convention del movimento “Verso la Terza Repubblica” di Luca Cordero di Montezemolo, che ha potuto contare su una folta e qualificata partecipazione sia di pubblico che nel parterre dei relatori. Resta però poco chiara quale sia la direzione in cui il movimento di Montezemolo voglia dirigersi, caratterizzato anch’esso così come ha evidenziato Luca Ricolfi a proposito del risorto centro, dall’handicap di una sorta di “maanchismo”, formula mutuata dal veltronismo doc del passato. Non soltanto sul piano dei contenuti politici ed in continuità con quell’area che nella smania di dare segni di rinnovata vitalità appare però come una sorta di Idra a più teste ognuna delle quali persegue i propri obiettivi politici vendibili all’elettorato di riferimento. E che sono di natura spesso anche contrastante perché figli di approcci tanto diversi ed ai cui estremi si collocano la vocazione cattolico-sociale e quella riformista liberale. Ma anche su quello del nodo istituzionale, perché se Montezemolo pensa molto probabilmente ad una democrazia liberale di forma presidenziale sul modello francese o inglese o americano, gli altri soggetti del movimento civico, da Andrea Riccardi, che è un terzomondista cattolico, al leader della Cisl Raffaele Bonanni fino al presidente delle Acli Ernesto Oliviero, guardano nostalgicamente soltanto al modello parlamentare di vecchio stampo della Prima Repubblica. Che forma avrà, quindi, la Terza Repubblica? È evidente che il battesimo del movimento si incardina esclusivamente sulla candidatura di Mario Monti che ne determinerebbe il reale e decisivo peso ma senza la quale la prospettiva del movimento capitanato da Montezemolo è destinato a disintegrarsi non avendo collante programmatico né di contenuti politici di sorta da proporre agli elettori. Nel frattempo la costruzione di un polo unico di centro che dalle forze e dai soggetti confluenti nella creatura di Montezemolo dovrebbe prendere linfa e contenuti, si arena sulle vaghe dichiarazioni di intenti su programmi e idee nuove i cui contenuti sono ancora sconosciuti a tutti. Evidentemente anche agli incamminati verso la Terza Repubblica. Che dovranno decidere se a prevalere sarà la linea liberale di Montezemolo o quella del solidarismo cattolico di Bonanni e Ricciardi. Verso l’avvento della Terza Repubblica o verso il ritorno alla Prima? Nel dubbio e nell’incertezza non è detto che l’elettorato moderato voglia andare alle urne e votare un partito che non si vuole chiamare tale, promosso da un personaggio che non intende presentarsi e che appoggia un leader per nulla disposto a sciogliere la riserva sulla sua eventuale candidatura a succedere a se stesso!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:33