Al centro manca la Chiesa di riferimento

Il Terzo Polo è miseramente fallito. L’Udc di Pierferdinando Casini, malgrado la sovraesposizione mediatica, non riesce a conquistare un solo consenso tra la massa dei vecchi elettori del centro destra delusi dal Pdl. I centristi di Todi 2 , da Riccardi a Bonanni, e lo stesso movimento di Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo non sembrano avere quella spinta propulsiva che li dovrebbe trasformare nel punto di aggregazione centrale dell’intera area dei moderati e rischiano di vedere le proprie grandi ambizioni finire affogate in una marginalizzazione mortificante. Il tutto quando le condizioni politiche generale sembrerebbero le più favorevoli non tanto al trionfo delle forze intermedie quanto alla loro trasformazione nell’asse centrale dell’intero schieramento del centro destra e della non-sinistra. Perché, in altri termini, gli elettori delusi del vecchio fronte moderato, soprattutto ora che Silvio Berlusconi ha deciso di uscire di scena, non si dirigono verso Casini, verso Riccardi e Bonanni, verso Montezemolo ma o rimangono in una posizione di irosa astensione o si aggrappano alla protesta inutile di Beppe Grillo? Le risposte possono essere molteplici. Ma quella che fornisce la spiegazione più convincente tira in ballo il ruolo della Chiesa in Italia. Dall’epoca del partito unico dei cattolici e del cosiddetto “regime democristiano” , in Italia il centro politico viene inevitabilmente identificato nell’area cattolica. Non quella dei semplici fedeli, che votano secondo la propria coscienza personale e si distribuiscono senza eccezioni di sorta tra tutti i diversi soggetti politici del paese. Ma quella dei militanti delle organizzazioni cattoliche.

Di quelle dell’associazionismo a quelle del sindacato e delle altre forze sociali. Che rispecchiano, rivendicandolo come tratto caratterizzante e nobilitante, gli orientamenti e gli insegnamenti della Chiesa . L’Udc di Casini non riesce ( e non vuole ) togliersi di dosso la propria etichetta di partito post-democristiano. Il ministro Riccardi è l’espressione della Comunità di Sant’Egidio e di una parte del volontariato cattolico. Bonanni è il segretario della Cisl, il sindacato da sempre portatore della dottrina sociale della Chiesa e cinghia di trasmissione di alcuni settori ( o correnti) prima della Dc e poi delle componenti cattoliche della sinistra. E Montezemolo, che pure non proviene da questa storia e che non ha nulla a che fare con questa tradizione e questa cultura sembra aver deciso di indirizzare la sua Italia Futura a collocarsi all’interno del movimento che punta ad approfittare del passo indietro di Berlusconi per ridare ai cattolici l’asse politico del paese.Perchè, allora, il Terzo Polo fallisce, l’Udc arranca e Todi 2 non decolla e lo stesso Montezemolo sembra fermo alla linea di partenza come se alla sua Ferrari non fosse stato fatto il pieno di combustibile?

La risposta è che il centro cattolico non diventa attrattivo e non assume un ruolo trainante perché è la Chiesa italiana che non è più attrattiva ed a perso qualsiasi ruolo trainante. Senza l’ispirazione, la spinta , la guida religiosa i militanti cattolici italiani non sanno e non possono andare avanti. Il loro stallo, la loro propulsione bloccata, la loro incapacità di assumere il comando delle operazioni per portare il paese fuori dalla crisi, quindi, non sono altro che l’espressione più evidente dello stato di incertezza, confusione, depressione e , soprattutto, divisione in cui è caduta ormai da tempo la Chiesa italiana. Se il pastore diventa cieco il gregge sbanda. Se i cattolici italiani vogliono riconquistare l’antico ruolo nel paese debbono prima preoccuparsi di vedere risolte le contraddizioni interne della Chiesa. Altrimenti il rischio vero è che queste contraddizioni si riflettano e si ripercuotano sulla società nazionale con effetti devastanti. Ai ritardi delle gerarchie ecclesiastiche abbiamo già dato.

 

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:23