L'alleanza di ferro tra Obama e media

Si fa ogni giorno più ampio il divario tra il modo in cui i media descrivono la corsa alla presidenza negli Stati Uniti d’America e ciò che succede effettivamente. In particolare, notiamo che si mettono sistematicamente in rilievo quelle notizie che favoriscono il presidente e si tacciono quelle che lo danneggerebbero. 

La recente trattazione della Democratic National Convention ad opera dei media tradizionali è stata servile: non è stata proferita parola (o quasi) sull’asse estremista pro-aborto o sulla sconfitta decisiva della mozione per ripristinare un riferimento a Dio sulla piattaforma (cosa che è stata comunque decisa dall’establishment del partito) e un riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele (un linguaggio pro-Israele che era stato incluso nelle precedenti piattaforme). In questo modo i democratici hanno vinto la convention con un colpo solo. Poi, sebbene il rimbalzo di Obama fosse piuttosto modesto rispetto alla media storica, e non riuscisse comunque a passare il 50% in tutto il paese o negli swing states più importanti, gli obbedienti media tradizionali hanno dichiarato non solo che Obama stava vincendo, ma che la campagna di Romney era un disastro completo. E su cosa sono passati sopra i media la scorsa settimana? Il prezzo della benzina è aumentato in media di 0.04 dollari, nonostante sia finita l’estate, cioè la stagione d’oro. Con i prezzi del greggio Brent che si mantengono alti, il prezzo della benzina probabilmente non è destinato a scendere in tempi brevi. L’Indice dei prezzi ai consumatori (consumer price index) è aumentato dello 0.6% di mese in mese. È un’impennata incredibile, dovuta soprattutto all’aumento del costo dell’energia. Le vendite al dettaglio, eccezion fatta per benzina e automobili, si sono mantenute basse. La produzione industriale è scesa di oltre l’1% solo o scorso mese, e lo sfruttamento dei fattori produttivi è sceso di un punto di percentuale. La situazione occupazionale nel mese di agosto è stata una vera miseria. In generale, l’economia è così ferma che Ben Bernake, presidente della Federal Reserve, ha dato inizio ad una terza fase di alleggerimento quantitativo, che stavolta rimarrà aperta. 

Riassumendo: l’economia americana è già debole e sembra che si indebolisca ulteriormente. E qual è la posizione politica del presidente Obama? Nei sondaggi Gallup e Rasmussen, abbiamo già visto sbiadire il suo rimbalzo alla convention - per quello che è stato. Rasmussen torna a parlare di parità tra i candidati, e un vantaggio di Obama pari a tre punti tra gli elettori registrati su Gallup suggerisce una parità anche tra gli elettori stessi. Guarda caso, sono proprio questi i numeri che si registravano lungo tutto il mese di agosto.

I conservatori sono sempre più frustrati dalla campagna di Romney, e ne hanno motivo. Deve stabilizzarsi e dare un messaggio chiaro su come la presidenza di Romney sarà un successo. Non ha bisogno di spedire un foglio bianco a tutti gli elettori indecisi di Columbus, ma è necessario che fornisca informazioni dettagliate per dar loro l’impressione che Romney abbia un piano. Stranamente, il Team Romney sembra essere stato colto impreparato la scorsa settimana. Avremmo tutti potuto prevedere che i media tradizionali avrebbero trasformato un saltello in un balzo decisivo per il presidente Obama. E possiamo star certi che ci sarà dell’altro.

Il tempo dei giornalisti capaci di colpire equamente è ormai andato. E non confondiamoci: non abbiamo a che fare con un “pregiudizio liberal”, ma con un pregiudizio favorevole al partito democratico. Al momento c’è una porta girevole tra la blogosfera di sinistra, il più vasto establishment democratico e i media tradizionali. E la narrativa fasulla di un’Obama in fuga è solo un risultato di questa insidiosa alleanza.

La buona notizia è che questa corsa si deciderà sui temi fondamentali. E anche che il Gop ha abbastanza soldi per poter comunicare in modo diretto con l’elettorato, indipendentemente dalle invenzioni degli ex consulenti della campagna di Obama, e dai reporter liberal che dominano i media tradizionali. Il Team Romney ha bisogno di decidere un piano d’attacco e di dar battaglia direttamente al presidente, sui temi che interessano gli elettori: l’economia, il prezzo della benzina, il deficit e l’Obamacare.

*tratto dal “Weekly Standard” 
traduzione a cura di Irene Selbmann 

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:31