Gli abusi politici della magistratura

Dopo la ex Margherita ora il Pdl. Pare che i magistrati abbiano preso gusto a mettere il naso nella vita dei partiti. Arrampicandosi sugli specchi della “natura pubblica” dei fondi provenienti da rimborsi di spese elettorali (che per essere “rimborsi” sono passati nella borsa privata dei partiti stessi) e valendosi della grottesca deformazione delle funzioni del pm che, in vista della eventualità di un futuro esercizio dell’azione penale, secondo il codice di procedura “democratico” (del 1989) può andare alla “ricerca” di “notizie di reato”.

I pm indagano per accertare che i fondi provenienti da rimborsi elettorali ai partiti abbiano effettiva destinazione alle necessità dei partiti stessi, come se il rimborso, benché tale, avesse una “destinazione d’uso” particolare che non sia il ripianamento delle spese, che è destinato a compensare, ma, invece, in considerazione della successiva attività del partito rimborsato. Una deformazione concettuale che consente di mettere sotto tutela i partiti politici, di sficcanasare nella loro vita, nei loro “interna corporis”, sopprimendone così l’autonomia. Che si tratti di un assurdo sembra che nessuno se la senta di ammetterlo e tutti si rifugiano dietro lo “scandalo” dell’uso “improprio” dei soldi – oramai privati – per scopi “strani”.

Ma basta una considerazione: se con i soldi del partito l’amministratore, “va a puttane” prima delle elezioni, poi smette di andarci perché deve affrontare le spese elettorali, come non commette peculato prima, non lo commette quando, ottenuto il rimborso, riprende l’usuale sollazzo con i soldi “rimborsati” dallo stato, cioè “tornati” al primitivo sollazzevole uso. C’è da dire che tra i casi precedenti e quelli attuali c’è un forte aggravamento di questo carattere arbitrario di consimili operazioni. Nel caso clamoroso dei venti milioni della Margherita svaniti nelle tasche dell’amministratore ci si trovava, almeno, di fronte ad un reato di appropriazione indebita aggravata.

Nel caso dei fondi “regionali” del Pdl, stando a quel che riferiscono giornali e televisioni, si è passati invece alla contestazione del reato di peculato, che presuppone in chi lo commette (nel caso l’amministratore del partito, associazione di fatto privato) la qualità nientemeno che di “pubblico ufficiale”. Non solo ma, sempre stando a quando ci dicono i media sarebbe stato resuscitato il poco compianto reato di “peculato per distrazione” e la conseguente disamina della proprietà o meno delle ragioni di spesa. La magistratura indaga su conti di ristoranti e rappresentazioni commemorative del Natale di Roma. Che non confinferano ai signori procuratori. Intendiamoci bene. Se siamo convinti che procedere d’ufficio alla ricerca di “distrazione” di fondi oramai privati (come se si indagasse sull’uso che un impiegato fa dei soldi dello stipendio, col pretesto che, trattandosi di uno stipendio pagato dal Tesoro “si tratta di “denaro pubblico”!) sia, prima che abusivo, alquanto grottesco, ciò non toglie che lo spettacolo di questi sollazzi di cosiddetti esponenti politici è deplorevole e deprimente. In qualsiasi paese che non fosse una Repubblica delle Banane, il ridicolo basterebbe a sommergere e stroncare politicamente chi se ne rendesse responsabile. Da noi si butta il bambino con l’acqua sporca.

Si liquida l’autonomia e la libertà dei partiti per punire, distorcendo la legge, le loro magagne interne. E, di contro, la gente si indigna, ma in fondo ritiene naturale che si arrivi a tanto. I politici non sono, infatti, “tutti ladri”? Intanto lo strapotere del partito dei magistrati fa un altro gravissimo passo avanti. E ancora una volta dà una mano all’antipolitica, senza contribuire ad una diversa visione dell’etica autentica della vita pubblica ed a mostrare uno sfondo con qualche spiraglio di luce. Non sembra che ci sia nessuno, giurista, politologo o tuttologo che osi sollevare obiezioni su questo modo di procedere. La magistratura non si critica, soprattutto quando esorbita dalle proprie funzioni. Si direbbe che non manchi molto al giorno in cui sarà nominato un amministratore giudiziario dei partiti. Ma forse non ce ne sarà bisogno. Stanno provvedendo da soli alla loro soppressione.

*da GiustiziaGiusta.info 

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:34