L'ingegnere, il giornalista e il vate

Pare che l'ultima trovata di Carlo De Benedetti e di Eugenio Scalfari, cioè dei fondatori e padri-padroni del cosiddetto "partito di Repubblica", sia di promuovere la formazione di una lista civica nazionale guidata da Roberto Saviano in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. A questo scopo il finanziere editore ed il grande giornalista daranno vita nei prossimi mesi ad una serie di seminari ed incontri che avranno il compito di preparare il terreno alla nascita nel prossimo autunno alla nuova formazione politica capeggiata da testimonial del calibro dello scrittore divenuto simbolo dell'anticamorra e dell'antimafia e personaggio televisivo di primo piano.

Sulla carta, la lista civica ideata da De Benedetti e Scalfari dovrebbe servire a drenare ed a coagulare una parte dei voti di sinistra proiettati verso l'astensione, una parte di quelli della diaspora del centrodestra e, soprattutto, a tagliare i consensi e le unghie di Beppe Grillo e del suo movimento delle Cinque Stelle. Saviano, dunque, diventerebbe una sorta di antidoto dell'antipolitica, un freno alla deriva estremista provocata dal qualunquismo del grillini ed una sorta di stampella per il Partito democratico di Pierluigi Bersani e per il suo progetto di tornare a governare l'Italia senza dover subire né i ricatti del centro di Pier Ferdinando Casini, né i troppi condizionamenti di Nichi Vendola ed Antonio Di Pietro.

Nella pratica, però, il progetto di De Benedetti e Scalfari potrebbe prendere anche una diversa piega. Perché non è affatto scontato che Roberto Saviano si lasci utilizzare come una qualunque testa di legno buona per stroncare Grillo e bastonare Casini, Vendola e Di Pietro per poi mettersi al servizio di Bersani. Tutto dipende dalle dimensioni che la lista civica (sempre che nasca sul serio e Saviano ne diventi il testimonial) riuscirà ad assumere. 

Se il suo successo sarà limitato, non avrà difficoltà a svolgere il ruolo di stampella del Pd previsto nel progetto ufficiale. Ma se il successo sarà superiore a quello previsto, la partita potrebbe avere un finale completamente diverso da quello immaginato. 

Perché, pur dovendo buona parte della propria attuale fortuna al cosiddetto "partito di Repubblica" e sapendo che i propri sponsor conoscono alla perfezione l'arte di tenere sotto controllo le proprie "creature", Saviano non sembra essere particolarmente votato all'obbedienza passiva. 

Il successo potrebbe alimentare quella sorta di vocazione messianica che già lo caratterizza  in maniera fin troppo evidente. E spingerlo a ribellarsi ai suoi apprendisti stregoni imponendo a Bersani, Di Pietro e Vendola di trasformarsi in stampella al suo servizio. O provocando il crollo finale del sistema.

Fantapolitica? Mica tanto. Non va dimenticato, a questo proposito, che di scrittore trasformato in Vate la storia d'Italia ne ha già avuto uno in un altro grave momento di crisi del paese. Si chiamava Gabriele D'Annunzio. E, proprio perché scrittore e Vate e non politico, spianò la strada al fascismo.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:06