Ospite di Bruno Vespa, Sabina Ciuffini ha espresso con una veemenza inaspettata, soprattutto per chi la ricorda nelle leggiadre vesti di valletta del compianto Mike Bongiorno, un attacco viscerale contro l'intera classe politica italiana, sostenendo a spada tratta il cambiamento portato avanti dal movimento di Beppe Grillo. Ora, le livorose tesi del celebre personaggio mi hanno particolarmente colpito perché corrispondono esattamente a quella visione, che ho già avuto modo di trattare su queste pagine, che costituisce una sorta di brodo di coltura sul quale si sta allargando il consenso al M5S.
Molto in breve, il ragionamento della singnora Ciuffini è stato il seguente: sono 50 anni che un popolo retto e probo come il nostro, dotato di molte virtù e capacità, è governato da una accolita di ladri e di disonesti i quali, anziché occuparsi dei bisogni di tutti, non fanno altro che perseguire i loro biechi interessi. Ergo occorre mandarli a casa in blocco, sostituendoli con persone umili che sappiano onestamente far di conto. Si tratta di un'argomentazione a dir poco semplicistica e teoreticamente ben poco solida, tuttavia essa è in grado di suscitare un grande fascino ed una notevole capacità di penetrazione popolare, dato che corrisponde ad una diffusa credenza che l'imperante collettivismo strisciante ha contribuito a rinforzare attraverso le generazioni. Una credenza che assume come principio di base un rapporto, per così dire, placentare tra amministratori pubblici e cittadini, attribendo ai primi il potere e l'onere di venire incontro in modo completo ai bisogni, per definizione infiniti, dei secondi.
A tutto ciò, sempre nel corso di Porta a Porta, Giuliano Ferrara ha molto efficacemente controbattuto, assumendo il valore della responsabilità individuale e la conseguente esigenza di uno Stato meno invasivo come i più solidi fondamenti per una società moderna ed emancipata. Ma, oltre ogni critica di sistema che ogni convinto liberale potrebbe contrapporre al qualunquismo di chi pensa che sia solo un problema di facce da cambiare, osservando la soave valletta di "Rischiatutto" inveire contro i politici quasi fino alle lacrime di rabbia, mi sarebbe venuto di porle due elementari domande: ma è mai possibile che per 50 anni un popolo così retto abbia sempre tanto profondamente sbagliato a scegliersi sempre una classe di ladri ed incapaci come rappresentanti?
Eppoi, se consideriamo che gli stessi politici non vengono da Marte, bensì emanano dal relativo tessuto sociale, siamo certi che costoro siano poi così cromosomicamente diversi da questi integerrimi e virtuosi cittadini comuni? Sotto questo profilo mi viene il sospetto che forse, al pari di Sabina Ciuffini e Beppe Grillo, sia proprio chi sostiene argomenti tanto strampalati a provenire da qualche pianeta alieno.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:09