Maledetto web! Se non si sta attenti, si rischia di prendere delle cantonate micidiali. Prendete l'ultima esternazione di Pier Ferdinando Casini, il "grillo parlante" della politica italiana, sulle società di rating. Una ricerca su Google, per saperne di più, provoca sconcerto con una lunga sfilza di titoli contrastanti: «Casini, da agenzie rating disegno criminale contro Italia e Ue»; «Casini, il problema non sono le agenzie di rating ma la credibilità del governo». Ma qual è il vero Casini-pensiero? L'apparente confusione si dirada facendo attenzione alle date.
La notizia più recente, di ieri mattina, è un attacco brutale alle agenzie di rating che hanno osato declassare 26 istituti bancari italiani. «È una decisione di una gravità inaudita - sentenzia Casini - Oggi c'è la necessità di rilanciare l'idea di una agenzia di rating europea». Come dire: se non vogliamo che ci fischino punizioni o addirittura rigori contro, facciamoci un arbitro casalingo. L'oltraggiato leader centrista punta il dito accusatore: «Ieri le agenzie di rating erano distratte, oggi rischiano di essere parte di un disegno criminale anti-europeo e anti-italiano». L'accusa è senza appello: «È un attentato all'economia di questo paese e noi riteniamo che la perdita di credibilità delle agenzie di rating oggi sia totale».
Il plurale maiestatis dà autorevolezza alla decisa presa di posizione del più convinto sostenitore del governo Monti.
Ma il 20 settembre scorso, in una situazione abbastanza simile a quella attuale il capo dell'Udc usava un tono più amichevole per diffondere dal suo blog (www.pierferdinandocasini.it) il suo messaggio messianico alle «donne e uomini di buona volontà» della maggioranza di allora, che vale la pena riportare integralmente.
«Nella caccia disperata al colpevole speriamo non siano incolpate le agenzie di rating perché il problema non sono loro. Il problema siamo noi che non abbiamo saputo fare una manovra strutturale per la crescita. Il problema è la credibilità internazionale del governo. Per questo rivolgo un appello alle donne e agli uomini di buona volontà della maggioranza, perché evitino di aprire una pagina nera per l'Italia. Dobbiamo evitare lo spettro della Grecia perché altrimenti tutta la politica ne sarà travolta. Non difendano l'indifendibile e aprano una fase nuova. Far finta di non sentire le sirene vuol dire portare l'Italia nel baratro: Berlusconi è parte del problema e potrebbe essere anche parte della soluzione». Firmato. "Pier Ferdinando"
La dichiarazione fa parte di una intervista tv di 10 minuti e 24 secondi, diffusa oltre che sul blog personale anche nel sito ufficiale dell'Udc e su YouTube. E sempre sul grande archivio multimediale, c'è un'altra chicca: un'intervista a "Uno mattina Rai" di Casini, che sosteneva la necessità di «rassicurare i mercati» in seguito ai segnali di allarme emessi dalle agenzie di rating sull'Italia. In polemica con Angelino Alfano che accusava i "mercati" di fare politica, Pier Ferdinando ammoniva che «se la politica non governa, se i governi non danno risposte, i mercati svolgono funzioni di supplenza e quasi sempre anticipano i disastri dei paesi». No, non si riferiva alla situazione e al governo d'oggi. Era il 4 agosto 2011 e il disastro che i "mercati" anticipavano per l'Italia, presumibilmente, era il "governo dei tecnici", per il cui avvento l'ineffabile Casini stava cominciando proprio allora a lavorare.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:36