Destra anti-Sarkò e sinistra euroscettica

Il risultato del voto francese sembra mettere in evidenza le anomalie italiane. Quelle manifestate da una destra che si rallegra per la sconfitta di Sarkozy e da una sinistra che si entusiasma per una vittoria di Hollande avvenuta in nome di un euroscetticismo da sempre denunciato come una prerogativa negativa degli avversari. In realtà le anomalia sono solo apparenti. Per quanto riguarda la destra la soddisfazione per la sconfitta di Sarkozy non è affatto una ennesima dimostrazione che in Italia, a differenza della Francia , non esista una destra normale . Chi lo sostiene è convinto , come ha scritto Pierluigi Battista sul suo blog, la destra berlusconiana ( quella che non sarebbe normale) , la destra italiana veda nell'uscita dall'Eliseo del leader gaullista la rivincita per l'atteggiamento sprezzante tenuto dall'allora Presidente francese nei confronti del Cavaliere. Insomma , " l'infame sorrise"nel famoso duetto con la Merkel ed ora è scattata la vendetta per  quel sorriso. L'anomalia, dunque, consisterebbe nel fatto che in Italia la destra è legata ad una persona e non a delle idee. E , quindi, si compiace se un nemico del Cavaliere cade nella polvere senza capire che quel nemico fa parte del suo stesso schieramento. 

Ma questa valutazione poggia su un pregiudizio un po' troppo superficiale. A destra sicuramente non mancano i " berluscones" che odiano Sarkozy per fatto personale. Ma l'ostilità della destra italiana nei confronti del leader della destra gaullista francese poggia su un fattore molto più serio e profondo: l'interesse nazionale e la consapevolezza che nel perseguire l'interesse nazionale francese Sarkozy ha fatto di tutto per limitare, stroncare ed umiliare l'interesse nazionale italiano. La vendetta , dunque, non è per il "sorriso infame" nei confronti di Berlusconi . E' per aver scatenato una guerra in Libia non per scalzare un dittatore e portare la libertà e la democrazia nella sponda Sud del mediterraneo ma per rompere il rapporto privilegiato tra Roma e Tripoli e realizzare una sorta di neocolonialismo imponendo la presenza in Libia delle aziende francesi al posto di quelle italiane. E non basta. La vendetta è anche per aver realizzato in Europa un direttorio a due tra Francia e Germania escludendo da questa governance non codificata in alcun trattato tutti gli altri paesi del Vecchio Continente , Italia ovviamente inclusa. L'anomalia, allora, non esiste. Certo, in un paese come il nostro dove la cultura egemone e conformista del politicamente corretto impone di non considerare dei valori la sovranità, l'interesse e l'identità della nazione può anche apparire singolare un fenomeno del genere. Ma se la destra non  difende i valori nazionali , che non sono in alternativa all'unità europea ma sono la sola condizione perché questa unità non sia solo economica ma anche politica, non è destra ma solo una accozzaglia precaria di interessi personali.

Ciò che vale per la destra vale anche per la sinistra. L'anomalia è solo apparente. Perché è vero che  Hollande ha vinto con un programma incentrato su una critica serrata all'Europa dei burocrati e dei banchieri . Cioè su quel programma che la sinistra italiana ha sempre bollato come antieuropeo in nome di un internazionalismo europeista servito a colmare il vuoto ideologico lasciato dal marxismo. Ma è altrettanto vero che il candidato socialista ha battuto Sarkozy proponendo la controriforma delle pensioni e una demagogica supertassazione dei grandi patrimoni. Cioè restando nella tradizione di una sinistra che non può tradire i propri valori di riferimento perché altrimenti diventa anch'essa una accozzaglia precaria di interessi personali. Non ci sono anomalie, allora, nelle reazioni delle forze politiche italiane al voto francese. Per una volta c'è la normalità. Quella dei valori di fondo.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:18