Stiamo freschi se il futuro del paese è nelle mani di Pisanu, Casini, Fini e Rutelli. E stanno freschi Pisanu, Casini, Fini e Rutelli se pensano sul serio che mettendosi insieme possano convincere la maggioranza degli italiani , quella moderata, liberale, laica e cattolica, a conservare loro le posizioni di potere che detengono da oltre trent'anni.
Ci sono due ragioni di fondo che rendono drammaticamente inquietante la prospettiva che alla stagione del governo tecnico incapace di affrontare i problemi irrisolti del paese possa seguire la stagione della restaurazione delle idee e degli uomini della Prima Repubblica.
La prima è che l'idea di fondo che muove i personaggi che si propongono di dare vita alla nuova fase politica non riguarda minimamente la sorte della società italiana. Nessuno di loro sa bene come uscire dalla crisi economica. Nessuno ha una qualche proposta per un una qualche riforma o modifica dello stato sociale. L'idea-forza che li guida riguarda il loro futuro personale. Pisanu, Casini, Fini, Rutelli sono convinti che che crisi del berlusconismo segna la fine del bipolarismo , credono che al bipolarismo non possa seguire altro che il ritorno al vecchio proporzionale e pensano che l'unico governo possibile e durevole in un sistema come quello della Prima Repubblica sia quello consociativo dell'unione delle grandi forze popolari post-democristiane e post-comuniste.
Nella certezza che il dopo Monti sarà segnato dalle versione politica dell'attuale tripartito tecnico, quindi, l'idea che ispira l'azione dei presunti innovatori è quella che muoveva i vecchi dorotei democristiani a piazzarsi sempre e comunque al centro del partito di centro per essere automaticamente al centro di qualsiasi combinazione di governo.
Pisanu, Casini, Fini e Rutelli , dunque, nel tentativo di occupare il centro del centro badano a perpetuare all'infinito loro stessi . Lo hanno fatto durante il regime proporzionale democristiano , lo hanno ripetuto durante il regime bipolare berlusconiano , cercano di ripeterlo per la terza volta e dopo un lunghissimo trentennio nel prossimo regime neo-proporzionalista e tecnico-consociativo.
Ma c'è una seconda ragione che spinge a condannare senza possibilità di appello questa iniziativa di zombi politici in movimento. Ed è quella secondo cui in ogni epoca ed in ogni paese le vecchie classi dirigenti svuotate di ogni spinta propulsiva debbono essere esse da parte e sostituite da quelle più giovani portatrici di energie ancora fresche ed intatte.
Non si tratta solo di "rottamare" i vecchi che pretendono di essere inamovibili, eterni, destinati per grazie divina e volontà propria a godere all'infinito dei privilegi personali del potere. Si tratta di compiere un passo in avanti rispetto alla prospettiva indicata da Matteo Renzi. Bisogna «rottamare gli spompati». E di farlo nel rispetto delle regole democratiche ed all'interno delle forze politiche di area liberale, democratica, moderata . Prima che lo facciano con brutalità data dalla rabbia e dalla forza della disperazione le forze montanti dell'antipolitica estremista e dell'antidemocrazia.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:16