Mario Monti ha annunciato che esiste un nuovo patto tra i partiti che sostengono il suo governo: un patto per le riforme. Ma non è vero. Perché Pdl, Pd e Udc litigano su tutto e non sono d'accordo su nulla. Su nessuna delle riforme avviate dal governo hanno una posizione comune, dalle pensioni al lavoro. E sulla crescita è ancora peggio. Perché né governo, né partiti sono stati in grado di esprimere una sola idea praticabile. Al posto delle liti c'è solo il sottovuoto spinto.
In questa situazione di totale afasia c'è un unico elemento di certezza che mantiene in piedi il governo, la maggioranza ed il quadro politico. È la consapevolezza generale che non esiste alternativa all'esecutivo dei tecnico voluto da Giorgio Napolitano. Una consapevolezza che impone ai partiti tenere comunque a freno la loro naturale litigiosità e garantisce a Monti di poter andare avanti sulla strada indicatagli dal capo dello Stato e dettata dall'Europa, sia pure tra polemiche e scossoni.
Per un governo tecnico, che in teoria non deve rispondere del proprio operato al corpo elettorale, la mancanza di alternative rappresenta la migliore delle condizioni possibile. Grazie ad essa può permettersi, a differenza di qualsiasi governo politico, di compiere tutte quelle scelte che giudica necessarie per raggiungere i propri obbiettivi senza cedere a condizionamenti o compromessi di sorta. Non a nulla da perdere. Può solo guadagnare. Se i tecnici sbagliano tornano a fare i tecnici. Se conseguono un qualche risultato (nel nostro caso l'uscita dalla crisi) diventano i salvatori della patria.
Ma il governo Monti come sta utilizzando questa occasione irripetibile? Sta creando le condizioni per la soluzione dei problemi del paese o, al contrario, sta sprecando la storica possibilità creando le condizioni per uno sfacelo addirittura più grave e drammatico di quello che dovrebbe sanare?
Il bilancio di quanto realizzato non è particolarmente esaltante: una riforma delle pensioni che ha lascito il buco sanguinante degli esodati, una riforma del lavoro che rischia di scontentare tutti non perché equilibrata ma solo perché inutilmente sbilanciata a favore delle ragioni della sinistra conservatrice, una totale dipendenza passiva nei confronti dell'Europa germanizzata che se da un lato ha permesso la riduzione dello spread grazie alla liquidita della Bce, dall'altro rischia di condannare il nostro paese ad anni ed anni di recessione Per consentire ai banchieri di Berlino e Francoforte di difendere i propri interessi a scapito degli altri. L'austerità realizzata all'insegna dell'aumento indiscriminato della pressione fiscale è figlia di questa piena e completa subordinazione non all'Europa ma all'interesse nazionale dello stato-guida tedesco.
Una austerità che sarebbe anche accettabile se giustificata da una prospettiva certa di uscita dalla crisi. Ma che rischia di provocare un incendio politico e sociale proprio perché destinata a provocare, grazie alla dipendenza italiana alla linea del padre-padrone tedesco della Ue, almeno una decina d'anni di recessione e di sacrifici.
A che serve, allora, la mancanza di alternativa di cui gode il governo Monti? La sensazione crescente nel paese è che serva solo a schiacciare i cittadini di tasse sempre più pesanti, sempre più incomprensibili, sempre più odiose. E che quella del governo tecnico sia una occasione sprecata.
Ma se questo è l'umore prevalente che si va diffondendo nell'opinione pubblica italiana la prospettiva a breve che Monti, i suoi ministri ed i partiti che lo sostegno sta preparando è fin troppo inquietante. Come si esprimeranno gli italiani in occasione delle elezioni politiche generali del 2013? I sondaggi dicono che i partiti di maggioranza rischiano di non essere più in grado di formare la maggioranza. E che i partiti minori posti alle estreme, in particolare il movimento di Beppe Grillo abile nell'intrecciare il radicalismo dell'antipolitica con la rabbia contro le tasse, tendono a raccogliere i consensi lasciati per strada dalle forze politiche maggiori.
Monti ed il suo governo inamovibile, quindi, rischiano di essere peggio di una occasione mancata. E diventare la spinta definitiva all'instabilità ed alla ingovernabilità del paese.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 13:23