Con l’avvento della cosiddetta intelligenza artificiale è iniziato negli Stati Uniti un fenomeno antitetico a quello che conosciamo come luddismo ovvero la prima fase di quel movimento operaio, nel Regno Unito, che si è caratterizzato con scioperi e reazioni violente dei lavoratori delle fabbriche, contro l’introduzione delle macchine nelle industrie. L’uso dei macchinari nelle industrie causò, nell’immediato la crescita della disoccupazione relativa alle persone che svolgevano lavori manuali. Nelle economie avanzate l’impiego di forza lavoro attiva (in Italia le persone che hanno un’età compresa tra i 15 e 67 anni) è distribuita in quattro settori produttivi:
1) Il settore primario che riguarda: l’agricoltura, la zootecnia, la pesca, la silvicoltura e l’industria estrattiva. Grazie all’uso sempre più massiccio di macchinari in questo settore economico, vengono impiegati tra il 2 e il 5 percento della forza lavoro attiva di una Nazione;
2) Il settore secondario si riferisce all’industria manifatturiera e a quella della trasformazione. Anche in questo caso la forza lavoro si è ridotta a non più del 18 – 20 percento;
3) Il settore terziario comprende i servizi forniti da: banche, assicurazioni, trasporti, commercio, salute;
4) Il settore terziario avanzato o quaternario riguarda il sapere, la ricerca, l’informatica, le telecomunicazioni, l’istruzione. In questi due settori dell’economia vengono impiegati oltre il 70 percento della forza lavoro.
Le economie avanzate, sono sistemi economici di sottoccupazione. Una parte della forza lavoro è disoccupata. E’ considerata, comunque, fisiologica una disoccupazione entro il 5 percento dei lavoratori attivi; oltre detto limiti comincia ad essere considerata disoccupazione patologica. In sostanza, l’uso di nuovi beni strumentali: dalle macchine ai processi produttivi completamente robotizzati, hanno comportato nel tempo la contrazione del lavoro prevalentemente manuale nel settore primario e secondario, mentre è sempre cresciuto l’impiego di personale nel settore dei servizi: del terziario e nel terziario avanzato. All’impatto negativo sull’occupazione del lavoro manuale, con l’introduzione dei macchinari e dei robot, ha fatto seguito un miglioramento della qualità del lavoro degli operai e la crescita di nuovi lavori prettamente intellettuali. Negli stati Uniti, le sette grandi società della tecnologia, con l’uso dell’intelligenza artificiale, hanno iniziato un processo inverso relativo all’impiego di lavoratori. Le ultime statistiche disponibili sull’occupazione negli USA indicano che le grandi compagnie del settore tecnologico (le big tech) hanno iniziato a licenziare decine di migliaia di colletti bianchi (impiegati e quadri aziendali) non per problemi economici o di mercato delle società ma perché gli stessi impiegati e quadri aziendali vengono sostituiti dai processi informatici relativi all’intelligenza artificiale.
I lavori intellettuali, svolti dagli impiegati, possono essere con IA totalmente sostituiti dai computer all’uopo istruiti. Nessun licenziamento è stato fatto nei confronti di quei lavoratori occupati per esempio nelle strutture logistiche per la spedizione dei pacchi da parte di una delle big tech come Amazon. Il paradosso è che nell’immediato futuro servirà sempre meno il lavoro cosiddetto intellettuale, che sarà sostituito dai computer, mentre potrebbe crescere il lavoro manuale di alta qualità non surrogabile dai software per quanto “intelligenti”. Prepariamo, per tempo, a formare i giovani ai vecchi mestieri: industriali, artigianali e del settore primario. Comparti che hanno fatto grande il brandy made in Italy per la qualità nella meccanica di precisione, per il design e per l’assoluta eccellenza dei nostri prodotti alimentari. I software per quanto avanzati e “intelligenti” non potranno mai sostituire le capacità del saper manu facere!
Aggiornato il 12 novembre 2025 alle ore 11:02
