La forza politica che ha caratterizzato l’alleanza del centrodestra, voluta da Silvio Berlusconi nel lontano 1994, è stata quella di saper fare sintesi tra le diverse anime della coalizione, per il progetto comune di governo del Paese. La sinistra ha vinto le elezioni solo quando l’alleanza di centrodestra si è presentata divisa alle elezioni. Chi vota per i partiti della coalizione è insofferente ai litigi tra i leader dei partiti facenti parte della maggioranza di governo. Molti elettori hanno alternato la loro preferenza di voto sempre nell’ambito dei partiti alleati. Si rendono conto, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, del danno di immagine che arrecano al governo i litigi e le richieste di modifiche alla legge di stabilità?
È autolesionista il comportamento dei segretari dei partiti della coalizione di centrodestra in ordine alla legge finanziaria predisposta dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti per l’esercizio 2026. Progetto di legge di bilancio che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri. Compagine ministeriale che è diretta espressione delle forze politiche di maggioranza che sostiene il governo. La legge di stabilità, così come è stata predisposta, aveva ed ha la funzione fondamentale di consentire, con un anno di anticipo, il rientro dell’Italia nei parametri di bilancio previsti dal trattato di Maastricht. Il fatto di aver riportato anzitempo il deficit/Pil sotto il 3 per cento, obbliga l’Unione Europea a chiudere la procedura d’infrazione per deficit eccessivo aperta contro l’Italia. Risultato che consentirà al Paese di migliorare ulteriormente la propria credibilità ed affidabilità finanziaria sui mercati dei capitali.
La reputazione che si è conquistata con sacrificio il Governo presieduto da Giorgia Meloni è un asset economico immateriale fondamentale per ridurre il costo del servizio del debito pubblico, in un Paese che nel 2024 ha sostenuto circa 100 miliardi di euro per il pagamento degli interessi sul proprio debito sovrano. Una riduzione dello 0,5 per cento di tasso d’interesse, su oltre 3 milioni di miliardi di debito, significa un risparmio per le casse dello Stato di diversi miliardi di euro l’anno. Se questo esecutivo si è potuto permettere il lusso di predisporre una leggera legge di bilancio, che sostanzialmente non prevede ulteriore indebitamento pubblico, è grazie alla azione di risanamento dei conti perpetrato con caparbietà dal titolare del dicastero dell’economia di via Venti Settembre. Dopo i governi Conte e Draghi che hanno usato denaro pubblico, preso a debito, per finanziare il super bonus 110 per cento e il reddito di cittadinanza. Aver ridotto il differenziale di tasso di interesse tra il Btp e il Bund ad un terzo rispetto al governo Draghi (a fine settembre del 2022 lo spread era di 240 punti base, oggi è di circa 78 punti base) ha consentito enormi risparmi in termini di spesa per interesse. Pagare 1,6 per cento in meno di interesse sui nostri Btp equivale all’intera finanziaria per il 2026.
Quali argomenti avrebbero potuto avere le opposizioni di sinistra, di ultrasinistra e gli scapigliati dei 5 stelle per contrastare l’azione di governo? Il paradosso è che le gratuite e inopportune diatribe tra i leader dei partiti di maggioranza hanno reso possibile alle opposizioni, senza idee e progetti, di argomentare sulle divisioni dei partiti della maggioranza. Voglio sperare che senza indugio si trovi “la quadra” tra gli esponenti della coalizione di governo, per votare, senza stravolgimenti una, nelle condizioni date, legge finanziaria.
Aggiornato il 29 ottobre 2025 alle ore 10:44
