Al primo colpo sparato, in Europa l’oro andrebbe alle stelle

Quando, all’inizio del 2008, l’oro superò i mille dollari l’oncia per la prima volta nella storia, la Grande recessione era già in atto, anche se i dati che l’avrebbero resa ufficiale non esistevano ancora. L’impennata del prezzo del metallo prezioso fu un segnale d’allarme? Certo che sì. L’allora presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, che non cadde nell’errore comune di pensare che la causa degli aumenti del metallo giallo fosse l’inflazione, osservò che i prezzi dell’oro riflettono la fiducia nell’economia, o la sua mancanza. “Il motivo per cui le persone detengono oro è per proteggersi da quello che chiamiamo rischio estremo, ovvero da esiti davvero, davvero negativi”, affermò nel 2011. Che è quanto ci ha segnalato, in questo 2025, l’aumento dell’oro del cinquanta per cento fino a quasi 4.400 dollari l’oncia. L’oro non ha nulla a che fare con l’inflazione monetaria, Nel 1980 il suo valore raddoppiò da 400 a 875 dollari all’oncia perché la Russia invase l’Afghanistan. Poi scese per 19 anni consecutivi nonostante l’aumento dei debiti nazionali e dell’inflazione. È sempre una questione di crisi politiche e geopolitiche estreme a far aumentare il valore del metallo prezioso. Quando l’oro sale a livelli considerevoli significa che qualcosa nel mondo non funziona più e quando raggiunge un nuovo massimo è come se alzasse la mano e dicesse: “Ehi, guardatemi perché le cose rischiano di precipitare”.

Tuttavia la gente che compra oro ama dire che è per l’inflazione. Ma se il metallo avesse tenuto il passo con l’aumento dei prezzi avrebbe già superato 35mila dollari. Non è neppure completamente vero che il rialzo del metallo sia dovuto agli acquisti delle banche centrali che avrebbero superato quelli in titoli del Tesoro statunitensi. Le riserve bancarie misurano il valore dell’oro in dollari, non in once. Poiché dal 1999 il valore dell’oro è aumentato di oltre il 1.300 per cento, il suo apprezzamento ha gonfiato il valore nelle riserve bancarie, creando l’illusione di acquisti superiori a quelli dei titoli del Tesoro statunitensi. Tuttavia, è vero che in seno alle banche centrali, soprattutto in tempo di guerre, vi sono crescenti preoccupazioni di rischio di insolvenze del debito da parte dei Governi e se le banche acquistano il metallo è perché è un asset “neutro”, immune da tale rischio, anzi ne rappresenta la copertura. Le banche centrali stanno se mai valutando esplicitamente di ridurre l’esposizione all’euro, riallocando fondi in oro o altri asset ma non è assolutamente vero che le banche stiano fuggendo dai titoli del Tesoro su base globale. La narrazione è sempre la stessa: se l’oro è in rialzo, il dollaro deve essere in ribasso. Ma sono stati Francia e Regno Unito ad aver lasciato intendere di aver bisogno di un salvataggio del Fondo monetario internazionale, non gli Stati Uniti. Ciò di cui dobbiamo preoccuparci è che l’Unione europea sta diventando disperata. Con il passare dei mesi, si avvicina sempre di più lo spettro di controlli sui capitali (lo scopo delle valute digitali è proprio questo) poiché siamo nel mezzo di un crollo della struttura economica su cui si è formata la società dopo la Seconda guerra mondiale. Il socialismo combinato con il debito ha prodotto una dose letale che ormai ha avvelenato i pozzi e i Governi in crisi reagiscono con l’autoritarismo per cercare di mantenere il loro potere fugace. Ma il sistema economico che hanno creato è insostenibile come comunismo. Questo è il mondo che stiamo affrontando e l’oro è il campanello d’allarme.

Da tre anni a questa parte un crescendo di interventi geopolitici ne ha più che raddoppiato il prezzo. Prima il Covid, poi il cambiamento climatico, poi le sanzioni alla Russia che ha diviso l’economia mondiale seguite dal congelamento delle sue riserve sovrane, poi il pignoramento di yacht e ville degli oligarchi e cose del genere hanno inferto un duro colpo alla fiducia nello Stato di diritto e alla sacralità dei diritti di proprietà detenuti da altri Paesi e individui potenzialmente non amici degli Stati Uniti e dell’Alleanza occidentale. E ora abbiamo un’azienda nell’Unione europea, la Nexperia, consociata di un gruppo cinese che in pratica viene confiscata in base a una legge d’emergenza. Quindi, ci sono cose molto pericolose in corso che prefigurano “rischi estremi”. Tutto ciò aumenta il caos. E quando si ha una situazione caotica, la gente vuole rifugiarsi nel bunker. E in questo momento vede l’oro come un bunker. Al momento in cui scrivo l’oro è in ribasso perché il bunker sta diventando sovraffollato e la gente comincia a uscirne perché crede di intravedere una schiarita nel panorama geopolitico.

Se scoppiasse una vera pace tra Russia e Ucraina l’oro potrebbe andare addirittura in modalità crash. Ma tra i fattori ribassisti ci sono anche quelli negativi. Basti pensare a eventuali controlli sui capitali conseguenti al reset monetario con le valute digitali che potrebbe anche implicare il blocco del commercio dell’oro. Se invece, a seguito dell’escalation della guerra, venisse sparato un primo colpo in Europa il suo valore andrebbe alle stelle. Molti analisti credono di sapere cosa succederà. Ti diranno che arriverà a 5mila, poi a 10mila e poi a 20mila dollari l’oncia. Potrebbe essere così. Non lo so e non so cosa succederà. Ma questo è proprio il motivo per cui bisogna possedere oro. Il metallo giallo darà i suoi frutti quando sarà necessario e sarà lì quando se ne avrà bisogno. E questo è tutto.

Aggiornato il 24 ottobre 2025 alle ore 11:35