
Dopo lo stand-by di ieri, il processo che porterà alla realizzazione della Finanziaria è ripartito. Grazie al comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana, che ha “approvato all’unanimità di proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell’economia e per la solidarietà sociale”. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Abi, in riferimento al contributo richiesto dal Governo agli istituti di credito nell’ambito della manovra finanziaria. Durante la seduta, l’esecutivo dell’Associazione “ha inoltre approvato all’unanimità la relazione del direttore Marco Elio Rottigni incaricato degli approfondimenti relativi all’accordo dello scorso anno sull’ulteriore contributo delle banche al Bilancio dello Stato per il rilancio dell’economia”. La decisione conferma, dunque, la linea di cooperazione tra sistema bancario e Governo, già sperimentata negli anni passati.
Gli ultimi colloqui tra governo e Abi sono avvenuti ieri, alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrà oggi approvare la legge di bilancio. L’associazione aveva ribadito la propria disponibilità al dialogo, insistendo sulla necessità di una soluzione “concordata” e strutturale, simile a quella dell’anno precedente, basata su anticipi pluriennali di liquidità tramite le Dta (Deferred tax assets), e non su nuove tassazioni straordinarie. Sul tavolo delle trattative, secondo fonti vicine al dossier, sarebbe emersa anche l’ipotesi di intervenire sulla tassa sugli extraprofitti del 2023, sbloccando i 6,2 miliardi di euro finora destinati a capitale e trasformandoli in gettito immediato, tramite un contributo straordinario e la consueta tassazione sui dividendi. Le discussioni con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le strutture tecniche proseguiranno sulla base dei colloqui bilaterali iniziati ieri, subito dopo l’incontro ufficiale a Palazzo Chigi con le altre associazioni di categoria. L’esecutivo Abi, riunitosi successivamente, ha approvato la relazione del direttore generale Rottigni e dato mandato di “proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno”.
Reazioni positive sono arrivate dal mondo produttivo. “Bene il fatto che le banche partecipino, bene il fatto che ci sia un’attenzione sui settori produttivi, tra questi sicuramente l’agricoltura e l’agroalimentare, tra i primi per importanza in termini di valore prodotto all’interno dei nostri confini”, ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, a margine del Forum di Coldiretti a Roma, commentando la decisione dell’Abi di contribuire al bilancio statale. “È anche il settore che caratterizza l’Europa, essendo la voce dell’esportazione dell’agroalimentare la più importante – ha detto Prandini – quindi bene gli extraprofitti delle banche”.
Prandini ha poi ricordato che, tra le proposte avanzate da Coldiretti a Palazzo Chigi per la manovra, figura anche la questione del costo dell’energia, che penalizza le imprese italiane rispetto ai principali concorrenti europei. “Non a caso noi abbiamo chiesto come Coldiretti di far rientrare la filiera agroalimentare fra i soggetti energivori, che non è solo un’attenzione per quanto riguarda un risparmio economico della filiera stessa, ma una risposta rispetto alla difficoltà che alcune fasce della nostra popolazione attraversano in termini di possibilità di acquisto di generi alimentari”. E conclude: “Se andiamo a contenere quelli che sono i costi per le produzioni, andiamo a mantenere invariati i costi dei prodotti posti in vendita e questo, ripeto, diventa una risposta concreta rispetto a quello che è un bisogno delle fasce più deboli della popolazione”.
Diverso, invece, il clima sui mercati. Piazza Affari ha reagito con cautela alle indiscrezioni su nuove misure fiscali a carico delle banche, in particolare all’ipotesi di affrancamento retroattivo delle riserve di capitale costituite nel 2023. “Sebbene l’impatto assoluto sia limitato, la notizia è fastidiosa per il settore anche per via della sua natura retroattiva”, osservano gli analisti di Equita, che invitano a monitorare l’esito delle trattative tra banche e governo per valutarne l’impatto finale.
Aggiornato il 14 ottobre 2025 alle ore 14:07