
Un’eccellenza che non va data per scontata. Il farmaco è un – se non il – faro dell’export dello Stivale. “Nelle condizioni di grande instabilità attuali l’Italia ha di fronte a sé una direzione chiara: mantenere la sua posizione di leadership nella produzione di farmaci confermata dagli ultimi dati record”. A dirlo, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, è Marcello Cattani, presidente di Farmindustria. “Una strategia – aggiunge – che va perseguita sia a livello europeo dove va invertita la rotta rispetto ai passi falsi della Commissione Ue, sia in Italia dove la premier Giorgia Meloni e il Governo sono consapevoli della strategicità del settore e per questo ci aspettiamo dei segnali in manovra”. Per Cattani, la chiave resta l’innovazione: “Investire in innovazione porta a frutti importanti. Il primo semestre testimonia una crescita tumultuosa con quasi il 39 per cento in più di export in farmaci. Certo conta l’effetto stock per cui sono state fatte scorte negli scambi con gli Stati Uniti per i dazi. Ma il trend dura da tempo: magari si riassesterà nel corso dell’anno, ma è una crescita che ormai ha una base strutturale forte”.
Sui dazi americani, l’impatto appare al momento contenuto: “Al momento – risponde il presidente di Farmindustria – non vediamo segnali particolari. Resta la preoccupazione, ma il 15 per cento è un livello di dazio che ragionevolmente sarà scaricato sui clienti americani e quindi andrà ad impattare sull’acquisto Usa”. La riflessione si sposta però su un terreno più ampio, quello della strategia europea: “C’è un tema molto più ampio e che riguarda quale risposta vuole dare l’Europa. Abbiamo fiducia nel ruolo del governo italiano affinché spinga la Commissione Ue a rimettere immediatamente al centro la competitività dell’industria farmaceutica e la sua capacità di attrarre risorse in ricerca, dove abbiamo perso il 25 per cento degli investimenti negli ultimi 20 anni a favore prima degli Usa e poi della Cina”. Il nodo della dipendenza da materie prime rimane cruciale. “Dobbiamo essere meno dipendenti per i principi attivi da Cina e India. Ci sono diversi provvedimenti in agenda come la strategia Ue sulle scienze della vita o il critical medicines Act che oggi vanno in una direzione sbagliata. Bisogna agire con grande velocità, una dimensione che sfugge a chi governa oggi la Ue e cioè alla presidente Ursula von der Leyen”. Altro tema centrale, quello dei brevetti: “Dobbiamo avere condizioni quantomeno pari o più attraenti rispetto a Cina e Usa”.
Infine, l’appello al Governo, dopo il recente incontro con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “Abbiamo incontrato la settimana scorsa il ministro dell’Economia, a cui abbiamo manifestato il nostro desiderio di cancellare il payback e di aumentare dell’1 per cento la quota del fondo sanitario da destinare alla spesa farmaceutica da canalizzare tutta sugli acquisti diretti, cosa che ci permetterebbe di ridurre il rimborso e di portarlo dal 18,5 per cento al 13 per cento sulla base imponibile delle aziende. Sarebbe un segnale concreto”, ha chiosato il presidente di Farmindustria.
Aggiornato il 02 settembre 2025 alle ore 14:06