Economia italiana, frena il Pil: -0,1 per cento nel secondo trimestre

L’Istat fotografa lo stato di salute dell’economia italiana. Secondo la stima, nel secondo trimestre del 2025 si registra una flessione dello 0,1 per cento rispetto al primo trimestre dell’anno e in crescita dello 0,4 per cento rispetto al secondo trimestre del 2024. La crescita tendenziale risulta in decelerazione rispetto alla quella dello 0,7 per cento del primo trimestre dell’anno. Nel primo trimestre la crescita era stata dello 0,3 per cento a livello congiunturale dello 0,7 per cento tendenziale. L’Istat calcola che la crescita dell’economia italiana acquisita per il 2025 è pari a +0,5 per cento. Le ultime previsioni ufficiali del Governo, contenute nel Dfp, indicano invece per quest’anno un aumento del Pil dello 0,6 per cento. Se ad inizio anno l’economia tedesca dava segni di ripresa, con il Pil che cresceva nel primo trimestre dello 0,3 per cento, oggi l’Ufficio federale di Statistica ne certifica la frenata: nel secondo trimestre dell’anno il Pil diminuisce dello 0,1 per cento, a incidere è soprattutto il calo degli investimenti nell’edilizia.

Rispetto al 2024 il secondo trimestre del 2025 non fa registrare differenze, attestandosi sullo stesso livello, ma essendoci nel 2025 un giorno in meno di lavoro, l’Ufficio federale di Statistica calcola che al netto di questa situazione si osserva una crescita dello 0,4 per cento. Va meglio delle attese invece la Francia dove il prodotto interno lordo ha registrato una crescita dello 0,3 per cento nel trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, quando il PIl si era fermato allo 0,1 per cento. La crescita anno su anno, riferisce l’Insee, l’istituto di statistica francese, è dello 0,7 per cento, a fronte dello 0,6 per cento del primo trimestre. Gli economisti si aspettavano una crescita dello 0,1 per cento trimestre su trimestre e dello 0,5 per cento anno su anno.

“L’incertezza dovuta ai dazi ha frenato l’economia”. Lo afferma Confesercenti commentando in una nota i dati dell’Istat sul Pil del secondo trimestre. “Si tratta di stime ancora coerenti con le nostre valutazioni di una crescita del Pil dello 0,5 per cento nel 2025, ma anche questo modesto risultato è, ad oggi, in forte rischio di ribasso. Molti dettagli dell’intesa tra Ue e Usa sono inoltre ancora da chiarire”, afferma l’associazione. “Nel contesto di indebolimento degli scambi internazionali, determinato dalle nuove politiche tariffarie statunitensi, il settore estero avrebbe fornito un contributo negativo alla crescita, con un aumento delle esportazioni rimasto al di sotto di quello delle importazioni, per le quali è in atto un fisiologico recupero dopo le due flessioni consecutive del biennio 2023-24”, sottolinea Confesercenti secondo cui “nei mesi autunnali inizieranno infatti a manifestarsi appieno gli effetti dell’accordo tra Unione europea e Stati Uniti dei dazi del 15 per cento sulle nostre esportazioni, con riflessi negativi sulle prospettive di investimento e di occupazione del settore estero. Ciò in un contesto in cui i consumi delle famiglie italiane mancano di segnare una vera e propria ripresa, l’impulso del turismo tende ad attenuarsi e le costruzioni iniziano a registrare l’inevitabile rallentamento provocato dall’esaurimento del Superbonus”. Confesercenti auspica “un rapido ripensamento della politica economica nazionale ed europea, che necessariamente dovrà essere orientata nel prossimo futuro a rafforzare la domanda interna e a offrire compensazione a un ambiente internazionale divenuto restrittivo a causa delle politiche commerciali statunitensi”.

Aggiornato il 30 luglio 2025 alle ore 12:33