Sguardi liberi e riflessioni su idee, potere, società
a cura di Sandro Scoppa
n. 5/2025 I Protoaustriaci e la Scuola di Salamanca. Le radici dell’economia della libertà
Se è vero che ogni grande tradizione intellettuale affonda le sue radici più in profondità di quanto la storia ufficiale lasci intendere, allora la cosiddetta Scuola Austriaca – che si fa convenzionalmente risalire al 1871 con la pubblicazione dei “Principi di economia” di Carl Menger – ha antenati ben più antichi. Alcuni di questi si ritrovano nella Salamanca del XVI secolo, dove una cerchia di teologi e giuristi cattolici elaborò riflessioni sull’azione umana, sulla proprietà, sul valore e sul commercio che anticipano molte delle intuizioni che lo stesso Menger, Böhm-Bawerk e von Mises sistematizzeranno secoli più tardi.
Non erano economisti in senso moderno, ma da una solida base tomista e dall’osservazione lucida dei cambiamenti in atto, come l’arrivo dell’oro dalle Americhe, lo sviluppo delle fiere e la diffusione della moneta e del credito, seppero trarre idee che oggi riconosciamo come fondamenta della teoria economica di mercato.
Martín de Azpilcueta, ad esempio, notava che dove il denaro è abbondante tutto costa di più, e dove è scarso tutto costa meno. È una forma chiara di teoria quantitativa della moneta. Juan de Mariana, denunciava a sua volta la svalutazione monetaria imposta dal sovrano come una forma di furto legalizzato, anticipando la critica misesiana all’inflazione come tassa occulta. Luis de Molina, da parte sua, difendeva la concorrenza e il prezzo determinato dallo scambio volontario, rigettando ogni nozione di “prezzo giusto” stabilito dall’autorità.
Per questi pensatori, la proprietà privata non era solo lecita: era una condizione necessaria per l’ordine sociale. Lo Stato non doveva fissare i prezzi né redistribuire arbitrariamente la ricchezza. L’economia, intesa come campo dell’agire umano, era il luogo della libertà e della responsabilità, non dell’intervento.
Nella loro visione non c’era opposizione tra fede e mercato, tra etica e impresa. Esisteva un ordine morale oggettivo, ma anche la consapevolezza che la giustizia consiste nel rispetto dei diritti, non nell’imposizione di risultati. Una modernità alternativa, fondata sulla persona e sul limite del potere.
Non è un caso che Friedrich A. von Hayek, abbia riconosciuto alla scolastica spagnola un ruolo cruciale nella nascita del pensiero individualista, mentre Murray N. Rothbard li abbia definiti, con precisione, una “Scuola Austriaca ante litteram”.
Riscoprire oggi la Scuola di Salamanca significa ricordare che l’economia non nasce come tecnica per regolare i comportamenti, ma come riflessione sul significato della libertà.
Aggiornato il 15 luglio 2025 alle ore 10:11