
Per gli analisti il settore del lusso subirà un calo del 2 per cento dei ricavi. La guerra dei dazi fa male al mercato. Si registra, in particolare il prolungato crollo della domanda di borse e orologi di fascia alta. Il fatto che la disputa commerciali in atto veda protagonisti contrapposti gli Stati Uniti e la Cina rischia di minare gravemente la fiducia dei consumatori. Come sottolinea il Financial Times, gli analisti hanno risposto tagliando le previsioni di crescita in tutto il settore. Secondo quanto riferisce Bernstein, il settore del lusso subirà un calo del 2 per cento dei ricavi nel 2025, invertendo la sua precedente previsione di crescita del 5 per cento a causa della maggiore incertezza economica e della maggiore probabilità di una recessione globale. Lvmh, il cui miliardario capo Bernard Arnault è volato a Washington alla fine di marzo per discutere proprio di dazi con Donald Trump, dà oggi il via alla stagione degli utili del lusso. Il magnate del lusso, che aveva salutato il ritorno dell’ex tycoon alla Casa Bianca come un “vento di ottimismo”, dichiarò all’epoca che stava valutando la possibilità di aumentare la produzione statunitense di Lvmh.
Barclays prevede che le vendite organiche nella divisione principale di Lvmh, quella della moda e della pelletteria, diminuiranno dell’1 per cento nel primo trimestre. Le vendite del gruppo dovrebbero rimanere invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dopo un boom storico durante la pandemia da Covid, il settore del lusso stava già vivendo un attimo di difficoltà poiché gli acquirenti della classe media frenano la spesa e l’economia cinese vacilla. A questo si aggiunge ora la guerra commerciale. La maggior parte dei beni di lusso sono prodotti in Francia e Italia, mentre gli orologi di alta gamma sono prodotti in Svizzera. Washington sta imponendo una tariffa del 10 per cento a tutti e tre i Paesi: ma i ripensamenti di Trump hanno creato una certa situazione di caos. Secondo gli analisti, anche se i marchi più forti hanno più margine di manovra per mitigare l’impatto dei dazi attraverso aumenti di prezzo, in un settore che dipende dalla fiducia dei consumatori, il danno più profondo è psicologico.
Secondo Erwan Rambourg, amministratore delegato di Hsbc, i rischi per il lusso risiedono in una combinazione di distruzione della ricchezza, potere di spesa limitato dei consumatori negli Stati Uniti e ampio deterioramento del sentiment dei consumatori. “Ci aspettiamo, letteralmente, che quest’anno si stappino meno bottiglie di champagne”, ha scritto. Hsbc ora prevede che le vendite organiche rimarranno invariate nel 2025, in contrasto con le precedenti aspettative che prevedevano una crescita delle vendite del 5 per cento rispetto al 2024. Gli analisti della banca avevano rivalutato la maggior parte dei titoli del lusso verso la fine dello scorso anno, nella convinzione che avrebbero beneficiato di una ripresa della spesa per beni di lusso guidata dagli Stati Uniti. “A nostro avviso, non sarà più così”, hanno scritto. Anche le aspettative di una “leggera crescita” nella Cina continentale, dopo il difficile scorso anno, sembrano sempre più improbabili. Tuttavia, Hermès, il gruppo dietro alle ambite borse Birkin, dovrebbe ottenere risultati superiori alle aspettative. Gli analisti di Barclays stimano che le sue vendite cresceranno dell’8 per cento nel primo trimestre. Ma i problemi di Gucci, il più grande marchio di Kering, hanno lasciato il gruppo fortemente esposto a un pericoloso rallentamento.
Aggiornato il 15 aprile 2025 alle ore 10:42