
Facile recitare la lezione adesso che serve a manifestare la propria opposizione a Trump. Auspichiamo che duri.
L’altro giorno Elon Musk ha condiviso, sul suo profilo X, un video in cui Milton Friedman illustra i benefici e la complessità del libero scambio attraverso l’esempio di una matita. In meno di due minuti, l’economista Premio Nobel mostra come perfino la produzione di un oggetto relativamente semplice come una matita sia resa possibile solo dalla cooperazione spontanea e non pianificata di migliaia di individui in decine di paesi diversi.
Il video, tratto dalla serie Free to Choose che l’Istituto Bruno Leoni ha tradotto interamente e pubblicato in italiano, nasce da un brevissimo saggio (qui nell’originale in lingua inglese scritto nel 1958 da Leonard Read, fondatore e presidente della Foundation for Economic Education. L’Ibl ha reso disponibile anche un altro video, che lo presenta in versione cartone animato.
Read fa parlare in prima persona proprio la matita, che ricostruisce il suo “albero genealogico”. Un oggetto così semplice, questo il senso del racconto, è in realtà il frutto di vaste catene di cooperazione internazionale. Non c’è persona al mondo che possa realizzare una matita in assoluta solitudine.
Il segretario americano per il Commercio, Howard Lutnick ha avvisato ”l’esercito di milioni e milioni di esseri umani che usano i loro cacciavitini per fare gli iPhone” di prepararsi, perché “queste attività torneranno in America”.
Non è così facile. Quello che vale per la matita vale a maggior ragione per l’iPhone. Un manufatto per nulla semplice, che è l’esito della cooperazione di individui e di imprese che stanno in molti Paesi diversi. Se davvero per effetto dei dazi trumpiani la sua fabbricazione tornasse ad essere “made in America”, il costo potrebbe esplodere, rendendo più poveri gli americani e tutti coloro che nel mondo utilizzano questi telefoni cellulare. Il “se” poi appartiene ai periodi ipotetici del terzo tipo: perché non è affatto detto che negli Stati Uniti ci siano competenze e capacità per ritornare a produrre componenti realizzate oggi in altri Paesi.
Esattamente come Musk parla (forse) ai suoi milioni di follower su X perché suocera (Trump) intenda, anche noi ci permettiamo di segnalare “Io, matita” ai tanti intellettuali e politici italiani che, improvvisamente, hanno scoperto (evviva) le virtù del libero scambio. Ne siamo felici: ma sono le stesse persone che, negli anni passati, si sono sistematicamente opposte a ogni forma di liberalizzazione dell’economia o a ogni proposta di trattato di libero scambio. Facile recitare la lezione adesso che serve a manifestare la propria opposizione a Trump. È bello vedere il video di Milton Friedman sul sito di Repubblica. Fa piacere osservare la classe politica europea intonare il coro del libero scambio. Sarebbe auspicabile non si cambiasse repentinamente spartito, la prossima volta che una lobby italiana o europea domanda dazi e protezioni contro qualche concorrente internazionale sgradito.
Aggiornato il 10 aprile 2025 alle ore 13:48