Quando manca la casa, si costruisce burocrazia

Il Campidoglio inventa una nuova agenzia per gli affitti e spende due milioni di soldi pubblici per un progetto già fallito altrove

Davanti a un mercato immobiliare rigido, strozzato da tasse, incertezze e vincoli normativi, l’unica risposta che l’amministrazione comunale di Roma riesce a dare è la solita: creare un nuovo ente pubblico. Nascerà infatti nella capitale l’“Agenzia sociale per l’abitare”, finanziata con due milioni di euro, presentata come lo strumento per facilitare l’accesso agli affitti a “prezzi umani”. In realtà, si tratta dell’ennesimo carrozzone: un doppione di strutture già esistenti, privo di una funzione concreta e figlio di un’idea già tentata a Firenze, dove è fallita clamorosamente.

Lo schema è noto: si risponde a un problema reale – l’aumento dei prezzi e la scarsità di alloggi – con un tipico strumento dell’interventismo politico-burocratico, che moltiplica le poltrone e frammenta le competenze, ma non incide sulle cause. Al capoluogo toscano l’esperimento è costato 700mila euro ed è rimasto al palo; a Roma si rilancia, triplicando l’investimento. Un’operazione che sembra più orientata a creare incarichi che soluzioni. Peraltro, nel materiale allegato alla delibera della giunta municipale guidata da Gualtieri non si menzionano i 7mila alloggi comunali occupati abusivamente, né i 300 immobili ancora in uso da ex custodi scolastici. Né si riconosce che, in assenza di un contesto favorevole alla locazione residenziale, molti proprietari hanno legittimamente scelto di destinare i propri immobili a forme di locazione turistica a breve termine, come i B&B, attratti da un mercato più libero e meno oppresso da vincoli, incertezze e oneri crescenti. Si preferisce invece evocare concetti fumosi come “l’emancipazione non assistenziale dalla precarietà abitativa”, evitando accuratamente ogni proposta strutturale.

Eppure, già l’antichità ci offre esempi concreti di come il problema abitativo fosse stato affrontato con strumenti semplici e fondati sul diritto. Nell’Atene di Solone, l’equilibrio tra proprietà e sicurezza sociale fu garantito mediante norme certe e il rispetto della libertà contrattuale. Per i Romani, il locatio conductio rei era il contratto con cui un cittadino affittava un immobile a un altro, in un contesto normativo chiaro, essenziale e privo di mediazioni pubbliche. Fu solo con l’editto sui prezzi di Diocleziano, nel tardo Impero, che l’interventismo statale cercò di sostituirsi al mercato: il risultato fu la fuga degli operatori, la paralisi dei commerci e un peggioramento delle condizioni di vita.

Anche l’Italia del Novecento ha pagato a caro prezzo gli esperimenti di controllo pubblico sull’abitare. In particolare, il Fascismo, mediante piani che intrecciavano ideologia e prassi urbanistica, ha tentato di conciliare il controllo sociale con le esigenze abitative di una popolazione in crescita, specie nelle aree urbane. In tale ottica, ha dato il via alla formazione di quartieri che, nelle intenzioni, dovevano essere autosufficienti, che ben presto sono però diventati quartieri dormitorio. Esempio emblematico è il quartiere Trullo a Roma, realizzato nel 1939, con case economiche per gli sfollati degli “sventramenti” del centro, soprattutto del Borgo per la realizzazione di via della Conciliazione. Nell’epoca repubblicana successiva, i piani Ina-Casa del dopoguerra, pur partiti con buone intenzioni, si sono tradotti nella creazione di altri quartieri dormitorio, isolati e socialmente fragili. Il blocco degli sfratti, introdotto negli anni ’70 e protrattosi per decenni, ha poi disincentivato l’offerta regolare di immobili in locazione, scoraggiando chi avrebbe potuto contribuire a riequilibrare il mercato attraverso la disponibilità dei propri beni, ma si è trovato ingabbiato in un regime vincolistico penalizzante, privo di garanzie giuridiche e certezza nei tempi. E negli ultimi anni, agenzie regionali e comunali per l’affitto si sono rivelate strutture incapaci di rispondere alla domanda, più propense alla gestione amministrativa che alla risoluzione di problemi reali.

Ora si replica lo stesso copione, nella Roma del 2025, sovrapponendo un nuovo organismo a dipartimenti e osservatori già esistenti. Il risultato è una moltiplicazione di ruoli e funzioni che genera ulteriore confusione. Ma questa dinamica risponde a una legge non scritta, che Gianfranco Miglio ha descritto con precisione: la “legge di gravità del potere”, secondo la quale ogni apparato pubblico tende fisiologicamente a crescere, moltiplicarsi e autoalimentarsi, indipendentemente dalla reale utilità delle sue funzioni. In assenza di limiti o contrappesi, lo Stato – o l’ente locale – occupa progressivamente ogni spazio disponibile, giustificando la propria espansione con nuovi compiti e bisogni inventati. È così che si costruisce burocrazia, non soluzioni.

E mentre ci si interroga su chi sarà il “partner del terzo settore” che affiancherà l’amministrazione – in assenza di criteri chiari o selezioni pubbliche – ciò che resta certo è solo lo stanziamento delle risorse. Il problema, però, non è solo romano: è un riflesso di una più ampia distorsione nel modo in cui in Italia si concepisce la questione abitativa.

Si continua a trattare la casa come un diritto da garantire per legge, piuttosto che come un bene economico da rendere disponibile favorendo investimenti, semplificazioni, certezze giuridiche e libertà contrattuali. Le soluzioni ci sarebbero, ma sono scomode per chi governa: abbassare la pressione fiscale sugli affitti, tutelare i proprietari da inadempienze e occupazioni, liberare il mercato dai lacci urbanistici e normativi, ridurre i tempi della giustizia nei contratti.

Si preferisce, al contrario, creare nuove strutture e illudere i cittadini con la burocrazia della promessa, che non costa nulla a chi la pronuncia, ma molto a chi la finanzia. Richiamando il pensiero di Thomas Sowell, possiamo pertanto dire che le soluzioni reali sono quasi sempre impopolari. Le soluzioni popolari, quasi sempre, non funzionano. E il Campidoglio, ancora una volta, sceglie le seconde.

Aggiornato il 09 aprile 2025 alle ore 17:06