Il patriarca Pizzaballa dopo il portiere Panini

“Italia genera futuro”. A Piazza Affari di Milano hanno sfilato i Champions dell’industria. Tra le mille piccole e medie aziende più “performanti” c’è il gruppo delle figurine Panini, tornate tricolori con la cordata guidata dalla Fineldo, la finanziaria di Vittorio Merloni e con il top management della società modenese guidata dall’italo-argentino Aldo Hugo Sallustro. C’è fervore nella sede di Modena dove si sfornano circa 5 milioni di figurine all’anno. A seguito di consistenti investimenti la Panini è diventato il quarto editore in Europa nel settore dei nuovi media sia on line che off line con il marchio Panini Interactive. Con Panini Comics si è sviluppata una delle case editrici di fumetti più accreditate e da circa dieci anni con l’acquisizione del ramo di azienda dei periodici Disney distribuisce l’imbattibile Topolino. Il bilancio ha raggiunto ormai circa 1,5 miliardi di fatturato e un margine lordo di 384 milioni a fine 2023. Il salto o la continuità sono i mondiali di calcio. Mentre stanno concludendosi i campionati nazionali e le fasi finali di Champions League i vertici e i mille dipendenti modenesi sono impegnati allo sbarco Oltreoceano per l’edizione 2026 che partirà da Città del Messico e coinvolgerà Stati Uniti e Canada.

La storia della Panini designa un percorso di volontà e creatività di quattro fratelli con individualità diverse e complesse: Giuseppe, Benito, Umberto, Franco. Erano titolari di un chiosco a ridosso del Duomo di Modena gestito dalla madre dal 1945 e dieci anni dopo creano l’agenzia di distribuzione di giornali. L’idea geniale arrivò con la prima collezione di figurine: in copertina il giocatore del Milan lo svedese Nils Liedholm, poi grande allenatore della Roma che i tifosi giallorossi nominarono “il barone”. L’allargamento del consenso arrivò con una strana vicenda legata al portiere dell’Atalanta, Pier Luigi Pizzaballa. Nella stagione 1963-64 la sua figurina era, per uno strano caso, diventata introvabile. La domanda tra i ragazzi era: ce l’hai? No. Pizzaballa mi manca. Una rarità, divenne il simbolo del collezionismo, il fascino di possedere un cimelio che nel corso degli anni è andato oltre il valore commerciale. È diventata il simbolo di un’epoca in cui i giocatori venivano riconosciuti dalle foto. Il primo album con le figurine autoadesive arrivò all’inizio degli anni Settanta: imperversava l’immagine di Gigi Riva. Primo tagliando economico negli anni Ottanta, ma la crisi dell’editoria era dietro l’angolo con le innovazioni tecnologiche. Nel 1986 entrano nel capitale con il 25 per cento Carlo De Benedetti e con il 10 per cento Mondadori. L’azienda non accede in Borsa e i fratelli decidono di vendere l’azienda al gruppo inglese Maxwell e dopo un passaggio alla De Agostini la Panini passa sotto la guida del presidente Anna Baroni e dell’amministratore delegato Aldo Hugo Sallustro. Nel febbraio 2025 viene pubblicato l’album delle calciatrici di Serie A. Gli scenari dei collezionisti aggiunge ora la figura di un altro Pizzaballa, in vista del toto Papa post la malattia di Francesco, ricoverato per oltre venti giorni all’Ospedale Gemelli. Si tratta del Cardinale Pierbattista, patriarca di Gerusalemme dei Latini, il francescano che si trova in Terra santa dal 1990, guardiano del Monte Sion e insignito della Porpora dal Pontefice Bergoglio, in considerazione del ruolo di mediatore svolto tra Shimon Peres e Abu Mazen.

Aggiornato il 10 marzo 2025 alle ore 10:25