Lagarde: nuovo taglio di 25 punti base

I tassi di interesse scendono ancora. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha confermato ieri sera che dal 12 marzo prossimo il costo del denaro scenderà di altri 25 punti base. Dopo una breve pausa di assestamento, la Bce ha portato il tasso sui depositi al 2,50 per cento, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,65 per cento e quello marginale al 2,90 per cento. È il sesto taglio complessivo, il quinto consecutivo, e segna un ulteriore passo verso una politica monetaria più accomodante. Il consenso nel board di Francoforte è stato ampio, con l’unica astensione del governatore austriaco Robert Holzmann. Ora, però, la Bce potrebbe prendersi un’altra pausa, più lunga di quella precedente. “Non c’è alcun impegno per un percorso prestabilito sui tassi”, ha spiegato Lagarde, ribadendo che tutto dipenderà dai dati economici. “Saremo, come sempre, e probabilmente ancora di più, dipendenti dai dati. Se questi indicheranno che un ulteriore taglio è necessario per raggiungere l’obiettivo, lo faremo. Ma se d’altra parte, i dati indicano che non è così, allora non taglieremo e faremo una pausa”.

Con questa nuova sforbiciata, la Bce accelera la svolta in politica monetaria, “sensibilmente meno restrittiva”. Così la Banca favorisce prestiti più accessibili e sostiene la ripresa economica post-Covid. Per famiglie e imprese significa tassi più bassi su mutui e finanziamenti, ma il quadro economico resta fragile. Francoforte ha infatti rivisto al ribasso le stime di crescita: il Pil dellEurozona nel 2025 salirà solo dello 0,9 per cento, meno dell’1,1 per cento previsto in precedenza. Nel 2026 la crescita si fermerà all’1,2 per cento (dal precedente 1,4 per cento) e nel 2027 all’1,3 per cento. A pesare, secondo Lagarde, è la debolezza delle esportazioni e la prudenza degli investitori, ancora frenati dalle incertezze sulle politiche economiche e commerciali. Sul fronte dell’inflazione, però, Francoforte vede progressi. “Il processo disinflazionistico è ben avviato”, ha assicurato la presidente della Bce. Le nuove proiezioni parlano di un’inflazione al 2,3 per cento nel 2025, per poi scendere all’1,9 per cento nel 2026 e stabilizzarsi al 2,0 per cento nel 2027. L’aumento delle previsioni per il 2025 è legato ai prezzi dellenergia, con l’inflazione core – quella senza energia e alimentari – che si attesterà al 2,2 per cento nel 2025, al 2,0 per cento nel 2026 e all’1,9 per cento nel 2027. Il target del 2 per cento, inizialmente atteso per fine 2025, ora viene posticipato all’inizio del 2026 proprio per l’impatto del caro energia.

Un peggioramento delle tensioni commerciali potrebbe colpire l’export e mettere sotto pressione la crescita. Anche gli investimenti restano un’incognita, con le aziende aspettano segnali più chiari prima di muoversi. “La minaccia di questi aumenti dei dazi e le potenziali ritorsioni stanno frenando gli investimenti, le decisioni di consumo, l’occupazione, le assunzioni e tutto il resto”, ha avvertito Lagarde, sottolineando che i dazi risultano “negativi su quasi tutti i fronti”. Qualche spiraglio potrebbe arrivare dagli investimenti in difesa e infrastrutture, che potrebbero dare un po’ di slancio alla crescita. La reazione dei mercati è stata positiva, mentre per chi ha un mutuo il taglio dei tassi porta un po’ di respiro. Secondo un’analisi dell’associazione dei consumatori, se la riduzione fosse interamente trasferita sull’Euribor, il risparmio su una rata media sarebbe di 17,50 euro al mese, pari a 210 euro annui. Tuttavia, il beneficio si riduce man mano che il mutuo si avvicina alla scadenza, quando la quota interessi incide meno. Secondo la Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), il tasso fisso medio potrebbe presto attestarsi intorno al 2,65 per cento, decisamente più conveniente rispetto al 4 per cento registrato circa un anno fa.

Aggiornato il 07 marzo 2025 alle ore 14:04