n. 8/2025 del 1 Marzo 2025
Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi
I saluti più cordiali e un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. Nella settimana appena trascorsa, l’attenzione della stampa è stata innanzitutto rivolta all’analisi elaborata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, secondo cui quasi il 20 per cento delle compravendite immobiliari nel 2024 è stato destinato all’investimento, con un rendimento medio del 5,6 per cento nelle grandi città italiane. Tali dati dimostrano che il settore immobiliare rimane un’ottima alternativa ai mercati finanziari, soprattutto in periodi di alta volatilità.
Conferma di ciò si desume da altre analisi, che hanno prospettato come il mercato immobiliare rimanga ancora un investimento solido in Italia, con Genova che si presenta come la città italiana con il miglior rendimento annuo lordo da locazione, pari al 7 per cento, seguita da Palermo e Verona. Milano e Firenze, invece, mostrano rendimenti più contenuti.
Per mantenere la competitività del settore, è tuttavia essenziale ridurre il carico fiscale sugli impieghi immobiliari e garantire maggiore libertà contrattuale ai locatori. Le distorsioni introdotte da regolamentazioni troppo rigide rischiano infatti di scoraggiare gli investimenti e ridurre la disponibilità di immobili in affitto, generando il paradosso di una domanda insoddisfatta in un mercato bloccato.
In evidenza anche uno studio di Nòmisma, il quale ha rilevato che oltre la metà delle abitazioni italiane si trova ancora nelle classi energetiche più basse. La Direttiva Epbd impone obiettivi ambiziosi, stimando un investimento di 83,4 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una parte significativa del patrimonio edilizio nazionale.
Ma la strada non è quella delle imposizioni: per rendere sostenibile questa trasformazione occorre creare un quadro normativo che attiri investimenti privati e renda conveniente l’adeguamento degli edifici senza pesare sulle tasche dei proprietari.
Gli organi di informazione hanno pure riferito della quinta edizione di Refuture – Forum dell’Economia Immobiliare, che si è tenuta a Roma. Si è trattato di un evento che ha riunito istituzioni e operatori del settore per discutere il futuro dell’abitare, tra innovazione e sostenibilità. Tra i temi trattati, l’esigenza di soluzioni abitative più flessibili e adatte a studenti e lavoratori fuori sede. Nella circostanza, particolare interesse è stato mostrato sulla necessità di liberare il mercato da vincoli burocratici, incentivando formule contrattuali più dinamiche e un sistema di incentivi che renda conveniente per i privati investire in soluzioni abitative innovative.
In altri contributi i media hanno segnalato che negli Stati Uniti, il mercato immobiliare continua a crescere con un aumento delle compravendite del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Questo quarto mese consecutivo di crescita dimostra come un contesto di minori restrizioni e maggiore libertà d’impresa favorisca la vivacità del settore. L’esperienza americana dimostra quanto sia fondamentale un sistema con meno vincoli, capace di rispondere in modo flessibile alle scelte degli investitori senza subire le conseguenze negative di regolamentazioni troppo rigide. Consentire agli operatori del settore di agire senza eccessivi ostacoli burocratici favorisce un aumento dell’offerta abitativa e contribuisce a uno sviluppo economico più solido e duraturo.
Da segnalare infine una curiosità immobiliare che arriva dalla Cina, dove è stato inaugurato un cinema dal design unico, con una facciata ondulata ispirata al movimento del mare. Un esempio di come l’architettura possa essere creativa e innovativa, senza bisogno di imposizioni dall’alto.
Il presente podcast si chiude come sempre con il commento finale di Andrea Mancia, direttore de L’Opinione delle Libertà: “L’ultima trovata del controllo pubblico si abbatte sui commercianti: il Comune di Reggio Emilia ha deciso di multare i negozi che appaiono “sporchi” o trascurati, con sanzioni fino a 500 euro. Il criterio? Totalmente arbitrario, che lascia ai burocrati il potere di decidere chi è “decoroso” e chi no. Si tratta in pratica di un’ulteriore ingerenza che colpisce chi già affronta tasse insostenibili e una burocrazia paralizzante. Invece di ridurre gli ostacoli, l’amministrazione preferisce imporre nuove restrizioni, penalizzando chi tenta di fare impresa in un contesto già ostile. L’idea che un negozio debba conformarsi ai gusti estetici di un funzionario è un’aberrazione liberticida. Il Comune non ha alcun diritto di imporre criteri arbitrari, salvo violazioni igienico-sanitarie. Questo provvedimento serve solo a rastrellare soldi con pretesti soggettivi. In un mercato libero, pulizia e cura dipendono dai clienti, non dai diktat burocratici. Non c’è limite all’invadenza dello Stato. Oggi tocca ai negozianti “sporchi”, domani a chiunque finisca nel mirino di qualche zelante ispettore. La burocrazia non serve i cittadini, li opprime. Il vero decoro urbano nasce dal libero mercato, non dalle multe”.
Aggiornato il 03 marzo 2025 alle ore 15:26