n. 4/2025 del 1° Febbraio 2025
Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi
I saluti più cordiali e un sempre ben ritrovati ai nostri ascoltatori. In primo piano innanzitutto le notizie che riguardano la Banca centrale europea, che ha tagliato i tassi per la quinta volta nell’attuale fase di allentamento monetario, con una nuova sforbiciata da 25 punti base come nelle quattro decisioni precedenti. Il tasso di riferimento, quello sui depositi, passa così dal 3 al 2,75 per cento. Il tasso sui rifinanziamenti principali scende al 2,90 per cento e quello sui prestiti marginali al 3,15 per cento. Per presidente del medesimo organismo europeo, Christine Lagarde, è ancora troppo presto per stabilire fino a che punto proseguirà il calo dei tassi di interesse. La stessa, inoltre, pur riconoscendo che l’inflazione sta progressivamente rientrando verso l’obiettivo del 2 per cento, ha comunque sottolineato l’importanza di un approccio prudente e basato sui dati economici in evoluzione. “La Bce – ha poi concluso - continuerà a monitorare la situazione economica e finanziaria prima di prendere ulteriori decisioni sui tassi, evitando di fornire previsioni premature che potrebbero generare incertezze sui mercati”.
Altri contributi in evidenza sugli organi di informazione hanno riguardato le linee guida del Mit per l’attuazione del Dl Salva Casa, che definiscono i criteri per la sanatoria delle lievi difformità edilizie. Il documento chiarisce le tolleranze costruttive, stabilendo che potranno essere sanate difformità entro il 2 per cento per immobili oltre i 100 metri quadri e entro il 3 per cento per quelli più piccoli, senza necessità di un nuovo titolo abilitativo. Viene inoltre confermata l’esclusione dalla regolarizzazione per immobili privi di titolo edilizio o situati in aree vincolate. Le linee guida forniscono infine un quadro applicativo per tecnici e amministrazioni locali, al fine di uniformare le procedure di sanatoria.
L’iniziativa punta a ridurre l’incertezza giuridica e a semplificare le pratiche edilizie, ma resta il problema di un sistema normativo che continua a rendere necessarie sanatorie periodiche. Una riforma strutturale, con regole più chiare e meno invasive, sarebbe la vera soluzione per un mercato immobiliare più dinamico e accessibile.
Sui media anche il rapporto “European Outlook 2025”, presentato da Scenari Immobiliari al 32° Forum di Rapallo, che segnala una forte crescita della domanda di case nuove in Italia, a fronte di un’offerta insufficiente. L’interesse per immobili di nuova costruzione è spinto dall’efficienza energetica e da soluzioni moderne, ma ostacolato da burocrazia, costi elevati e una fiscalità penalizzante, con prezzi in aumento e accesso alla proprietà sempre più difficile.
Per riequilibrare il mercato, servono meno vincoli normativi e fiscali, incentivi alla costruzione e maggiore libertà per investitori e proprietari. Solo un mercato più libero può ampliare l’offerta, rendere i prezzi più accessibili e favorire la crescita economica del Paese.
La stampa ha pure ripreso l’analisi di Rox Capital, secondo cui il 2025 si preannuncia come un anno dinamico e ricco di opportunità per il mercato immobiliare, con un rinnovato interesse degli investitori e una maggiore stabilità dei tassi di interesse. A suo avviso, la fiducia nel settore è in crescita, grazie a un contesto macroeconomico più prevedibile e alla ricerca di asset immobiliari di qualità. Tuttavia, le prospettive positive non possono far dimenticare i nodi strutturali del mercato italiano, cui occorre un contesto più favorevole agli investimenti, con politiche di liberalizzazione e una minore interferenza statale.
A margine si segnala la notizia che proviene da Oltremanica, secondo cui gli abitanti di Hong Kong continuino a dominare il mercato immobiliare britannico, attratti dalla stabilità giuridica e finanziaria del Regno Unito e da prezzi più vantaggiosi rispetto alla loro città d’origine. Londra resta la meta principale, ma cresce l’interesse per altre città con migliori rapporti costo-rendimento. Il fenomeno dimostra, da un lato, che le restrizioni imposte in altri Paesi, Italia inclusa, allontanano gli investitori; dall’altro, che un mercato aperto e concorrenziale, come quello britannico, attrae capitali esteri e generi ricchezza, senza bisogno di interventi dirigisti.
Il consueto commento finale di Andrea Mancia, direttore de L’Opinione delle Libertà, conclude il presente podcast: “Secondo quanto emerso durante una recente riunione al Mit per la presentazione delle linee guida sul Salva-Casa, in Italia ci sono 80mila case popolari inutilizzate e inutilizzabili, per la cui riqualificazione sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro. È un dato che evidenzia sia il fallimento della gestione pubblica del patrimonio abitativo sia che il problema non è la mancanza di fondi, ma l’inefficienza del modello statale. Impiegare altre risorse pubbliche senza un cambiamento radicale rischia di perpetuare sprechi e inefficienze. La soluzione sarebbe privatizzare tale patrimonio, affidandolo a operatori capaci di valorizzarlo con concorrenza e innovazione, generando in tal modo benefici per cittadini e contribuenti. In sostanza, lo Stato dovrebbe limitarsi a garantire un quadro normativo favorevole al libero mercato, delegando al privato la gestione e investendo direttamente sulle famiglie in effettive difficoltà Solo così si supererebbe l’attuale stallo, liberando risorse e riducendo la burocrazia”.
Aggiornato il 03 febbraio 2025 alle ore 11:42