Meloni e gli accordi in Arabia Saudita

Un nuovo capitolo di cooperazione strategica internazionale. Mentre “l’Asse del male” ha ormai dichiarato guerra de facto ai Paesi occidentali, Italia e Arabia Saudita si sono seduti al tavolo delle trattative per una nuova stagione di intese. L’incanto millenario di Al-Ula, città saudita che custodisce oltre 2.000 anni di storia – un luogo che, in passato, era crocevia di mercanti lungo la leggendaria rotta dellincenso – oggi torna a essere simbolo di connessioni, questa volta economiche e geopolitiche. Al centro, l’Italia: potenza manifatturiera e culturale che punta a rafforzare il proprio ruolo di hub energetico e ponte tra l’Europa e il fu Sud del mondo. La visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è iniziata con una tappa emblematica: l’arrivo a Gedda a bordo della Nave scuola Amerigo Vespucci, fiore all’occhiello della Marina militare italiana. Ma il cuore del viaggio era altrove. Nel deserto di Al-Ula, un campo tendato tradizionale ha fatto da scenario all’incontro con Mohammed bin Salman, principe ereditario e figura di punta della “Saudi Vision 2030”, il progetto con cui l’Arabia Saudita vuole trasformarsi, aprendosi a turismo, intrattenimento, design e innovazione

Ad accogliere Meloni, tappeti dai motivi arabeggianti e il fascino di un luogo dove la storia sembra sospesa. Qui, a gambe incrociate in un’atmosfera informale, i due leader hanno discusso di economia, politica internazionale e strategie comuni, fino al momento clou: la firma di una dichiarazione congiunta che eleva le relazioni tra i due Paesi a livello strategico. Un gesto che segna, senza mezzi termini, l’inizio di quella che molti già definiscono una “nuova era” per i rapporti tra Roma e Riad. Ma non si è trattato solo di parole. Al seguito della premier, una delegazione di aziende italiane ha concluso una serie di accordi che spaziano dall’energia alla difesa, dalla mobilità sostenibile alla formazione. Il valore complessivo? Circa 10 miliardi di dollari. Non semplici contratti, come ha sottolineato Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ma vere e proprie strategie industriali a lungo termine. “Questi accordi sono il simbolo di ciò che possiamo fare insieme”, ha dichiarato Meloni. “I rapporti tra i nostri sistemi economici hanno margini di crescita enormi, e oggi abbiamo posto le fondamenta per un futuro che promette risultati straordinari”.

La giornata si è conclusa in un luogo che è già leggenda: il Maraya, il famoso cubo di specchi nel deserto, progettato dallo studio italiano Gio Forma. Con i suoi 10mila metri quadrati riflettenti, questa meraviglia architettonica è entrata nel Guinness dei primati e rappresenta la perfetta sintesi di creatività saudita e ingegno italiano. “Questo edificio non è solo un’opera straordinaria, è il simbolo di un dialogo che attraversa i secoli”, ha detto la presidente del Consiglio, visibilmente colpita. “Qui le nostre civiltà si incontrano di nuovo, proprio come facevano lungo le antiche rotte commerciali che passavano da questo luogo”. La dichiarazione firmata ad Al-Ula non è solo un pezzo di carta, ma una visione condivisa. Italia e Arabia Saudita si impegnano a lavorare fianco a fianco, puntando su settori strategici e guardando oltre i propri confini, fino all’Africa e al Mediterraneo allargato. “Non è un punto di arrivo, ma di partenza”, ha concluso Meloni. “Abbiamo tutte le carte in regola per costruire qualcosa di grande, insieme. Le sfide globali richiedono alleanze solide, visioni comuni e il coraggio di guardare lontano”.

Aggiornato il 27 gennaio 2025 alle ore 18:19