Davos, Lagarde: “La Ue deve prepararsi ai dazi Usa”

Christine Lagarde non teme la minaccia di nuovi dazi all’Unione europea da parte di Donald Trump. “Non mi sorprende”, afferma la presidente della Bce a margine del World Economic Forum di Davos. “Qui in Europa dobbiamo prepararci e sapere come rispondere”. Alla domanda se l’Ue abbia la forza per assorbire l’impatto di nuove barriere commerciali, Lagarde ha risposto che “i Paesi Ue hanno un ampio potenziale da sfruttare sviluppando ulteriormente il mercato interno”. Lagarde ha notato che “l’obiettivo di Trump non è del tutto chiaro e che l’idea di sostituire l’import dall’Europa con produzione interna americana è discutibile”. In ogni caso, “il dialogo deve continuare”. A questo proposito, ieri si è registrata una presa di posizione di Justin Trudeau. “Il Canada risponderà fermamente se gli Stati Uniti imporranno dei dazi”. Lo ha detto il premier canadese poiché Trump ha lasciato intendere che dall’1° febbraio potrebbero scattare tariffe del 25 per cento su Canada e Messico. Quanto a Lagarde, in un’intervista alla Cnbc, Lagarde ha sottolineato come “il ritmo dei tagli dei tassi dipenderà dai dati ma movimenti graduali sono quelli che al momento mi vengono in mente”.  Lagarde ha aggiunto di non credere che la Bce sia in ritardo sui tempi. “Al momento siamo ben posizionati per raggiungere il nostro target in modo sostenibile” nel corso del 2025. Alla domanda se sia possibile un taglio di 50 punti base, Lagarde ha spiegato che non c’è riluttanza a considerare un taglio più grande dei 25 punti ma “siamo partiti presto e con mosse graduali” e l’idea è di continuare su questa strada anche se la Bce è pronta a fare quello che è necessario se ce ne fosse bisogno.

Una ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti, da molti anticipata in risposta alle politiche attese dall’Amministrazione Usa, non preoccupa la Bce. “Se negli Stati Uniti si dovesse riaccendere l’inflazione sarebbe principalmente un problema per loro. Per quanto ci riguarda, quando guardo all’inflazione penso di aver visto tutto il ciclo: dai tassi in territorio negativo a un’inflazione al 10,4 per cento, e ora al 2,4 per cento. Siamo fiduciosi che il target sia raggiungibile nel 2025. Siamo certi che la disinflazione continuerà e non siamo troppo preoccupati per un’eventuale esportazione di inflazione verso l’Europa. Tuttavia, ci saranno fenomeni interessanti da monitorare, come l’andamento dell’euro-dollaro”, che probabilmente risentirà delle politiche della Casa Bianca. La Bce sta gradualmente portando il tasso d’interesse sui depositi verso un livello neutrale, che per quanto sia difficile da definire, al momento è compreso fra l’1,75 per cento e il 2,25 per cento. “I nostri team stanno facendo tutto il lavoro possibile per definirlo nel minor range possibile, al momento il tasso graduale è in una zona compresa fra l’1,75 per cento e il 2,25 per cento”, ha detto la presidente della Bce, sottolineando quanto sia sfuggente definire puntualmente un tasso neutrale, nel quale la politica monetaria non è né espansiva né restrittiva.

Aggiornato il 22 gennaio 2025 alle ore 16:24