Ogni anno vengono generati, indossati e gettati milioni di tonnellate di vestiti, aumentando la pressione del settore moda sugli ecosistemi naturali. L’applicazione dei principi dell’economia circolare all’industria e alla filiera del fashion potrebbe migliorare sensibilmente questi dati, favorendo lo sviluppo di un settore moda che sia in grado di conciliare la crescita economica con la tutela degli ecosistemi naturali.
La transizione verso la moda circolare può avvenire attraverso l’implementazione di nuovi modelli di business, resale, rental e repair, che permettono di disaccoppiare i flussi dei ricavi dalla produzione e l’uso di risorse, dei modelli che possono essere replicati anche in altri contesti europei e globali. La moda second hand è in una fase di forte sviluppo, dal momento che si stima una crescita del 127 per cento entro il 2026. Tale dato è confermato da un’ulteriore previsione: il mercato globale dell’abbigliamento di seconda mano crescerà tre volte più velocemente del mercato globale dell’abbigliamento in generale.
La progettazione europea e i progetti europei possono divenire un utile volano per affrontare questo problema, sensibilizzando sui vantaggi ambientali, sociali, economici e relativi alla salute derivanti dalla trasformazione del settore tessile e sulle opportunità che la moda sostenibile apre sia alle imprese che ai consumatori.
Il settore tessile e dell’abbigliamento dà lavoro a 1,5 milioni di europei, creando posti di lavoro locali, opportunità commerciali e maggiori possibilità di essere creativi. La moda circolare avvantaggia in particolare le piccole imprese, consentendo loro di offrire nuovi servizi, come restauro, personalizzazione e sartoria, e fornendo una maggiore base di clienti affezionati. Allo stesso tempo, i costi possono essere ridotti grazie ai risparmi derivanti da una migliore produttività delle risorse e alla riduzione dei rischi grazie a una migliore gestione del processo produttivo. Anche in tale ambito l’innovazione e la professionalità italiana possono fare la differenza nella promozione della progettazione europea per la filiera circolare del tessile.
La società italiana Ereb Srl sta sviluppando un percorso per facilitare la filiera industriale e la formazione imprenditoriale verso l’adozione di modelli di business sostenibili applicati al settore dell’industria tessile, attraverso iniziative come lo sviluppo di un corso online sull’economia circolare e il tessile sostenibile, la produzione di modelli di business sostenibili per l’industria tessile, raccolti in un libro digitale, e lo svolgimento di un corso intensivo rivolto ai formatori del settore, sia accademici che industriali.
Il progetto Sustain-tex (The New Road to Economic Strategy in the Textile Sector), finanziato dal programma europeo Erasmus+, intende favorire la crescita e l’innovazione nell’industria del tessile, con l’obiettivo di migliorare la competitività e al tempo stesso soddisfare le richieste dei consumatori. Per rendere la produzione e il consumo di prodotti tessili più sostenibili, l’Ue spinge a riprogettare l’industria della moda in modo che i consumatori possano fare scelte più sostenibili quando acquistano vestiti.
La strategia dell’Unione europea per i tessili sostenibili e circolari, adottata dalla Commissione europea il 30 marzo 2022, sta affrontando le scellerate scelte in tema di produzione e consumo di tessili, pur riconoscendo l’importanza del settore tessile per l’economia comunitaria.
Aggiornato il 02 gennaio 2025 alle ore 11:10