Una rivoluzione che cambia il volto del settore in Italia: libertà, flessibilità e autenticità per viaggiatori sempre più esigenti.
La libertà di scegliere come e dove soggiornare sta rivoluzionando il turismo italiano, con gli affitti brevi che si confermano protagonisti di una trasformazione inarrestabile. I dati parlano chiaro: i viaggiatori, italiani e stranieri, premiano questa modalità (formula) per la capacità di offrire esperienze autentiche, flessibili e perfettamente adattabili alle loro esigenze.
Secondo le rilevazioni più recenti, pubblicate dal Ministero del Turismo e riportate da Confedilizia, tale tipologia locativa continua a superare gli hotel sia per gradimento sia per tassi di utilizzo. Nel 2024, le recensioni positive che le hanno riguardate hanno raggiunto punteggi record, come gli 87,8 punti su 100 registrati a settembre, ben al di sopra degli 85,3 ottenuti dagli alberghi nello stesso periodo. Anche i livelli di saturazione confermano un netto vantaggio: ad agosto, gli appartamenti disponibili sulle piattaforme digitali hanno toccato il 42,3 per cento, contro il 38,7 per cento delle strutture ricettive (hotel).
Si è in presenza di un successo che non può essere affatto considerato casuale, ma frutto di una nuova concezione del turismo, in cui flessibilità, autenticità e personalizzazione diventano centrali. Infatti, gli affitti brevi rispondono perfettamente alle indicate necessità, offrendo soluzioni che non solo competono con l’offerta alberghiera tradizionale, ma la completano, arricchendo le possibilità per chi sceglie il nostro Paese.
Non è un caso che i turisti internazionali, spesso con maggiore capacità di spesa, optino sempre più frequentemente per siffatta formula. Le recensioni straniere, che rappresentano oltre il 55 per cento del totale in alcuni mesi come aprile, dimostrano come essi siano percepiti come un’opzione di qualità superiore.
Del resto, in un contesto europeo in cui alcune località si interrogano su come attrarre nuovi flussi turistici, dette varietà locative rappresentano una risposta concreta alle sfide del settore. Come evidenziato da recenti contributi della stampa più attenta, molte città in Europa stanno riformulando la loro offerta per accogliere non solo visitatori tradizionali, ma anche nomadi digitali, una categoria in rapida crescita che richiede soluzioni abitative flessibili e integrate con opportunità lavorative. L’Italia, grazie al successo di dette locazioni, ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per questi nuovi viaggiatori, a patto che sappia valorizzare e non ostacolare un modello che sta dimostrando tutta la sua efficacia.
Vi è in particolare da rilevare che, nonostante i dati positivi richiamati, il settore degli affitti brevi è spesso al centro di polemiche e proposte di regolamentazione restrittiva. Alcuni vorrebbero persino imporre vincoli severi, giustificandoli con l’esigenza di “riequilibrare il mercato”. Tuttavia, un simile approccio rischia di soffocare una delle poche aree del turismo che sta registrando una crescita costante e capace di generare ricchezza. Né tali formule possono o devono essere percepite come una minaccia per gli hotel, bensì come una risorsa preziosa che arricchisce, e anche di molto, l’offerta turistica complessiva e contribuisce al rilancio economico dei territori.
In definitiva, è necessario un diverso approccio che punti a non limitare la libertà di proprietari e consumatori, ma a incentivare l’innovazione e la qualità, creando le condizioni per una virtuosa e proficua competizione. La forza degli affitti in questione risiede nella loro capacità di rispondere in tempo reale alle richieste del mercato, un valore che andrebbe premiato e non frenato da normative punitive. Ogni intervento volto a restringere detta formula finirebbe per penalizzare non solo chi offre il servizio, ma anche chi ne beneficia, riducendo la libertà di scelta degli utilizzatori.
Inoltre, è appena il caso di sottolineare che il successo delle già menzionate locazioni esprime un esempio concreto di come il mercato, lasciato libero di svilupparsi, sia in grado di rispondere meglio alle istanze della società e ad appagare i bisogni emergenti. L’Italia, che possiede un patrimonio artistico e paesaggistico unico al mondo, ha l’opportunità di trasformare il predetto modello in un pilastro strategico del suo sistema turistico. Anziché temere il cambiamento, è tempo di abbracciarlo, riconoscendo che il futuro del turismo passa attraverso opzioni che valorizzano la diversità, l’autenticità e la libertà di scelta.
Il comparto turistico italiano ha pertanto bisogno di idee nuove e soluzioni moderne per competere su scala globale. Gli affitti brevi incarnano la citata visione, rappresentando non solo una risposta alle sfide attuali, ma una concreta opportunità per ripensare il modo in cui il nostro Paese accoglie il mondo. La loro crescita, anziché essere ostacolata, deve essere sostenuta e valorizzata, perché il turismo, come ogni altro settore, prospera solo dove la libertà e l’innovazione trovano terreno fertile per crescere: “Il vero viaggio di scoperta – ha scritto Marcel Proust – non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Aggiornato il 04 dicembre 2024 alle ore 11:00