Dal 1° gennaio 2025 arriva il Codice identificativo nazionale (Cin). Cambiano alcune norme per gli immobili destinati all’affitto breve, ma diversi proprietari non sarebbero pronti per le novità che, in realtà, sarebbero dovute essere operative già da novembre. Il 33 per cento dei locatori, secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, non è a conoscenza degli ultimi vincoli. Una percentuale pari a quasi 230mila individui, un dato abbastanza significativo. Non è una sorpresa quindi il fatto che il 44 per cento dei proprietari di casa non abbia ancora richiesto il Codice identificativo nazionale, e il 33 per cento che ha effettivamente fatto domanda non ha ancora ricevuto il Cin. Solamente un quinto dei proprietari risulta pronto e in regola per la scadenza. Questo dato, nell’anno del Giubileo, è un problema. Infatti, il 9,3 per cento dei rispondenti – circa 30mila persone – ha deciso di smettere di affittare, definendo l’attività “troppo complicata”. Soprattutto nel Sud e nelle Isole.
Ma le novità non finiscono qui. Oltre al Cin, è prevista l’installazione di dispositivi di sicurezza come rilevatori di fumo ed estintori. Su questo fronte, i proprietari si sono mossi con maggiore prontezza: il 63 per cento ha già provveduto a fornire le case dei sensori, e quasi due su tre si sono adeguati con gli estintori. C’è anche chi – come il 56 per cento dei proprietari – ha deciso di assicurare la sua seconda casa con una polizza per proteggersi da eventuali danni. Il 68 per cento dei locatori ha dichiarato di aver assicurato l’immobile contro i guasti provocati dagli affittuari.
Statisticamente parlando, è un falso mito che la maggior parte dei proprietari affitti la casa come professione. il 62 per cento di chi ha un immobile in affitto a breve termine – pari a circa 430mila individui – lo fa come ulteriore fonte di reddito rispetto al suo lavoro principale. Il discorso cambia se si segmenta il campione per fasce anagrafiche. Guardando ai rispondenti con età compresa fra i 25 ed i 34 anni, questa è attività professionale per il 61,3 per cento degli intervistati che, così, si sono creati un lavoro. Riguardo al motivo per cui i proprietari di immobili hanno scelto di affittare a breve termine invece che in altre modalità, il 39,8 per cento dichiara di averlo fatto per garantirsi maggiori guadagni, il 35,7 per cento per tutelarsi dai rischi di inquilini morosi, il 28,3 per cento per poter disporre con più libertà dell’immobile in caso di necessità e il 13,7 per cento, vale a dire quasi 100mila individui, per via di brutte esperienze precedenti con affitti a lungo termine.
Aggiornato il 19 novembre 2024 alle ore 15:23