Economia e demografia. Due fattori che vanno a braccetto e che determinano le dinamiche degli scenari geopolitici, oggi come in passato. E infatti gli elementi su cui si misura l’attrito dei paesi occidentali con quelli dei Brics si mostra su due assi, uno che ha risvolti favorevoli all’Occidente e uno contrari. Quello favorevole è il tutt’ora di molto maggiore peso dei prodotti interni lordi nei paesi occidentali che superano di gran lunga quelli dei cosiddetti Brics e dei paesi del terzo mondo (Cina e Russia escluse, che fanno parte dei Brics, ma che non riescono da sole ad avvicinarsi alla somma del Pil dei paesi G7), per cui l’alto tasso di ricchezza permette ai paesi occidentali di investire ancora in armi e sicurezza al fine di stabilizzare il mondo in funzione pro-occidentale.
Il fattore negativo è l’alto tasso di crescita e consistenza demografica dei paesi non occidentali, fattore che, come insegnano i demografi, costituisce un moltiplicatore di potenza. La massa accresce il potere di chi quella massa la detiene. La massa può essere usata come riserva per il potere militare, attraverso decine o centinaia di migliaia di militari potenziali pronti a prendere le armi. Per quanto riguarda la sfera civile, la massa consuma e consumando accresce il mercato e potenzia il prodotto interno lordo, con la conseguenza che sul lungo periodo la differenza di ricchezza tra Occidente e Brics possa venire erosa.
Quindi se da una parte il fattore economico oggi ancora stabilizza il mondo in funzione pro-occidentale, la spinta demografica non ci fa dormire sogni del tutto tranquilli. La massa genera domanda e la domanda consuma risorse, con evidenti ricadute sulla crescita dell’inflazione. Assumendo che il fabbisogno di risorse dei paesi Brics e del terzo mondo oggi non è equiparabile a quello che era negli anni 70 o 80, ovviamente, quando la consistenza demografica di quei paesi era minore, questa crescita ci fa riflettere se sia stata l’enorme spinta demografica dei paesi del terzo mondo a ridurre il tenore di vita dei paesi occidentali così in particolare negli ultimi dieci anni, drenando risorse e moltiplicando la domanda e quindi generando la forte inflazione che ha messo in crisi i consumatori dei paesi occidentali.
Se ad oggi il mondo tiene ancora nella sua stabilità occidentale e americano centrica, per quanto riguarda il futuro si potrebbe costituire un problema maggiore se i vari paesi dei Brics, e non solo la Cina che ha un altissimo Pil come noto, avranno anch’essi dei prodotti interni lordi paragonabili con quelli occidentali. In quel caso i fattori di instabilità saranno maggiori, perché gli asset di sicurezza occidentali potranno essere saturati, il peso politico equiparato, senza parlare del fatto che ci potrebbe essere un’ulteriore crescita della domanda dei paesi non occidentali, spingendo l’inflazione più in alto di quanto non lo sia già in questo particolare momento storico. Uno scenario di questo genere potrebbe comportare un’ulteriore riduzione del tenore di vita nei paesi occidentali che già negli ultimi quattro anni è stata messa a dura prova a causa dell’inflazione post pandemica.
Aggiornato il 12 novembre 2024 alle ore 13:04