L’accordo tra Ita Airways, Lufthansa e il Ministero dell’Economia e Finanza si è fermato. Sembrava una questione di ultime formalità, ma secondo quanto ha riportato per primo il Corriere della Sera il vettore tedesco avrebbe chiesto “di rivedere al ribasso (829 milioni di euro) la cifra dell’intero accordo ma gli emissari del Tesoro hanno detto no”. Stando a quanto si legge sul sito del quotidiano “italiani e tedeschi, secondo le fonti hanno iniziato a discutere su alcune clausole contrattuali relative alla cifra da sborsare in seguito al primo aumento di capitale riservato a Lufthansa”. Alcuni whistleblower europei avrebbero riferito che il piano finale dell’alleanza a tre fra Ita, Mef e Lufthansa non è stato consegnato in tempo a Bruxelles, per ottenere il definitivo via libera dell’Unione europea. I documenti, erano firmati da entrambe le compagnie (italiana e tedesca) e dai vettori rivali – easyJet, Air France e International airline group (British Airways e Iberia) – che fanno parte dell’intesa sugli slot, mentre a mancare sarebbe stata l’ultima firma da parte del Mef.
La Commissione europea per la concorrenza, quindi, ha provato a fare chiarezza. “L’unica cosa che posso dire è che siamo in contatto con Lufthansa e il Ministero e la prossima tappa è analizzare l’accordo che le parti ci vorranno consegnare”, ha dichiarato la portavoce della Commissione, Lea Zuber, in un briefing con la stampa. Rispondendo alle domande sullo stallo improvviso nell’accordo, Bruxelles ha evidenziato che “le scadenze concordate dalle parti negli impegni che hanno presentato alla Commissione al momento dell’autorizzazione condizionale sono riservate. Quindi non posso davvero dire di più sulle scadenze in quanto tali”. E ancora: “L’intero meccanismo funziona secondo cui la transazione non può essere finalizzata prima che la commissione concluda che c’è un soggetto idoneo a porre rimedio per ciascuna delle criticità riscontrate. Quindi una volta che riceviamo gli accordi, una volta che analizziamo se il soggetto idoneo a porre rimedio è indipendente dalle parti, se ha le risorse finanziarie necessarie, le competenze necessarie e una volta che diamo il nostro consenso, solo allora la transazione può concludersi”, ha chiosato Lea Zuber.
L’opposizione al governo non ha perso tempo per condannare il “pasticcio” di Giancarlo Giorgetti, chiedendo che il ministro riferisca immediatamente in Parlamento. La maggioranza si è accorta che “quando si svendono asset strategici, chi compra tende a non fare sconti”, hanno dichiarato i parlamentari del Movimento 5 stelle nella Commissione trasporti di Senato e Camera. Ideologie a parte, lo stallo nell’accordo Ita-Lufthansa potrebbe effettivamente innescare un “effetto domino” per il settore. Ed è l’ultima cosa che serve all’Italia in questo momento.
Aggiornato il 05 novembre 2024 alle ore 13:45