n. 32 del 12 ottobre 2024

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Confedilizia.

Un saluto cordiale e ancora un ben ritrovati ai nostri ascoltatori.

In primo piano innanzi tutto sulla stampa l’andamento dei prezzi delle case in Italia, che sono sono cresciuti del 2,9 per cento nel secondo trimestre del 2024, allineandosi alla media dei Paesi dell’Ue. Secondo i dati pubblicati da Eurostat, questo incremento è il risultato di una combinazione di fattori economici e di una ripresa del mercato immobiliare dopo un periodo di stagnazione. Riflette in particolare una maggiore fiducia degli acquirenti ed è sostanzialmente coerente con la riduzione dei tassi di interesse da parte della Bce, che ha incentivato l’accesso al credito. Tuttavia, è importante monitorare attentamente il mercato per evitare eventuali bolle speculative. La crescita dei prezzi delle abitazioni è di sicuro una buona notizia per i proprietari, ma richiede anche una gestione attenta per garantire la sostenibilità a lungo termine del mercato immobiliare.

Sempre in merito ai tassi di interesse, il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha dichiarato in una intervista che è molto probabile un nuovo taglio, in occasione della riunione monetaria della Bce del 17 ottobre: L’inflazione ci ha di nuovo sorpresi al ribasso – ha dichiarato – ed è caduta sotto al 2% a settembre», mostrando uno spostamento dell’equilibrio dei rischi. Adesso – ha poi aggiunto – dobbiamo stare attenti al rischio opposto, a non mancare il nostro obiettivo a fronte di una crescita debole e una politica monetaria troppo a lungo restrittiva.

Per quanto riguarda invece i tassi sui mutui è stato rilevato che gli stessi hanno subito un leggero incremento ad agosto 2024, portando a un aumento delle rate mensili per i nuovi mutuatari. Tale rialzo, sebbene moderato, riflette le tendenze attuali globali della politica monetaria ed è tangibile il suo impatto sul mercato immobiliare italiano. Il lieve incremento dei tassi ha comunque mantenuto i mutui a un livello relativamente accessibile rispetto ai picchi raggiunti negli anni scorsi, ma gli acquirenti restano cauti. Ciò è anche dimostrato dal calo dei prestiti bancari indicato da Bankitalia, sia, in modo più ridotto, per le famiglie sia, più accentuato, per le società non finanziarie. Sono aumentati invece i depositi del settore privato e la raccolta obbligazionaria.

In evidenza ancora sui media la pubblicazione da parte dell’Inps della mappa degli immobili che saranno messi all’asta a novembre 2024, un’iniziativa che coinvolge diverse tipologie di proprietà in tutta Italia. Si tratta di appartamenti, uffici e locali commerciali, con un’ampia distribuzione geografica, che offrono opportunità di investimento per privati e imprese. L'iniziativa punta a valorizzare il patrimonio immobiliare dell'ente previdenziale, mettendo sul mercato beni di vario valore e caratteristiche, spesso situati in aree centrali delle città italiane.

Gli organi di informazione si sono pure occupati del bonus ristrutturazioni, che dal 2025 passerà dal 50 al 36 per cento, come previsto nella legge di bilancio. Il tetto massimo di spesa rimarrà a 48mila euro per unità immobiliare, ma la riduzione dell’incentivo fiscale potrebbe spingere molti proprietari a completare i lavori entro il 2024 per sfruttare le condizioni più favorevoli. Gli esperti temono che la riduzione dell’aliquota possa rallentare la domanda di ristrutturazioni, penalizzando il settore edilizio. Tuttavia, questa misura potrebbe alleggerire l’impatto sul bilancio statale, migliorando la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Il presente podcast si chiude con il commento di Andrea Mancia, direttore dell’Opinione delle Libertà: Una nuova proposta legislativa mira a introdurre un diritto di prelazione per le botteghe storiche anche nel caso di vendita di interi complessi immobiliari. Qualora verrà introdotto, il nuovo vincolo finirà per limitare la libertà contrattuale dei proprietari, imponendo ulteriori ostacoli burocratici, destinati a frenare la possibilità di cessione o valorizzazione degli immobili e per danneggiare in definitiva anche le stesse botteghe che si vogliono proteggere. La tutela del patrimonio storico è importante. Tuttavia non può diventare un pretesto per penalizzare la libertà di mercato, la proprietà privata e l’iniziativa imprenditoriale. Questi sono fondamentali per una società aperta e prospera, ed occorre difenderli per garantire un futuro dinamico e libero da ingerenze che penalizzano la sua crescita.

(*) Il podcast è a cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi  

Aggiornato il 14 ottobre 2024 alle ore 10:29