Il primo ad essere colpito è il brandy europeo. Si pensa che le ultime iniziative della Repubblica cinese per l’antidumping sull’import di prodotti Ue siano una prima ritorsione verso il via libera da Bruxelles sui maggiori dazi alle auto elettriche made in China. I funzionari e la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen avevano concluso che le tariffe erano necessarie per proteggere i produttori del blocco dalla concorrenza dei veicoli elettrici cinesi a basso prezzo, che lamentavano fossero ingiustamente sovvenzionati da Pechino. E quindi il Ministero del Commercio cinese ha cambiato idea sulla sua decisione di agosto “di non imporre immediatamente nuove sanzioni” nonostante i produttori di brandy Ue avessero fatto dumping sul mercato cinese. Il dicastero della Repubblica popolare, ha chiarito in una nota che d’ora in avanti richiederà agli importatori “un deposito cauzionale”. La manovra antidumping inizierà ufficialmente venerdì prossimo.
Il colpo di assestamento si è fatto sentire subito. Soprattutto alla Borsa di Parigi, dove sono quotati i principali colossi del lusso europei, tra cui il gruppo francese Lvmh – proprietario, tra le altre cose, del cognac Hennessy – le cui azioni sono scese del 4,3 per cento nelle prime contrattazioni di oggi. Inoltre, il titolare di Martell Pernod Ricard è sceso del 2,7 per cento e Rémy Cointreau di quasi il 4,8 per cento. Ma l’azione di rappresaglia cinese contro i dazi sulle e-car non si ferma qui. Pechino ha infatti deciso di colpire anche il settore agricolo dell’Unione, verso il quale sta svolgendo alcune indagini anti-dumping. Nello specifico, la Cina sta indagando sulle importazioni europee di prodotti lattiero-caseari e carne di maiale, presentando un reclamo sulle tariffe Ue all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).
Anche se Pechino e Bruxelles stanno ancora portando avanti “colloqui tecnici” sui dazi maggiorati ai veicoli elettrici del dragone, il risultato del voto della scorsa settimana ha alimentato le aspettative di rappresaglia da parte della Cina, convinta che le mosse europee fossero soltanto “il risultato di protezionismo, abuso delle pratiche commerciali internazionali e indebolimento della lotta globale contro il cambiamento climatico”.
Aggiornato il 08 ottobre 2024 alle ore 15:07