La rigenerazione urbana parte dalla cooperazione

Nell’agenda politica italiana uno dei temi rilevanti è quello della rigenerazione urbana che si propone come strategia portante per ridare vita alle città. Confedilizia ha espresso il suo parere mettendo in evidenza come il successo di tali iniziative dipenda dall’adozione di una nuova normativa che incentivi e coinvolga attivamente i proprietari immobiliari.

“La rigenerazione urbana – afferma Confedilizia – è un processo, virtuoso, che è importante che venga perseguito anche attraverso una nuova normativa nazionale. Per dare i suoi frutti, però, deve seguire, in coerenza con la legislazione regionale di ultima generazione, due linee direttrici: quella degli incentivi, sia in termini di diritti edificatori che di misure fiscali, e quella del coinvolgimento dei proprietari degli immobili”.

Durante un’audizione in Commissione Ambiente al Senato, il dibattito si è concentrato sul disegno di legge unificato che propone nuove misure per la rigenerazione urbana. Confedilizia ha sottolineato l’importanza di una duplice direzione per la nuova legislazione: da un lato, l’introduzione di incentivi efficaci, sia sotto forma di diritti edificatori sia attraverso misure fiscali; dall’altro, il coinvolgimento diretto dei proprietari degli immobili.

Secondo Confedilizia alcune parti del testo legislativo necessitano di essere cambiate: “Da un lato, occorre a nostro avviso rimuovere le norme (contenute ai commi 1 e 2 dell’articolo 12) che dispongono che l’approvazione dei piani e dei programmi di rigenerazione urbana comporti la dichiarazione di pubblica utilità degli interventi previsti e il conseguente potere di esproprio in capo alla Pubblica amministrazione. Si tratta, infatti, di un approccio che non tiene conto delle esperienze maturate da molti anni a questa parte, in cui il sistema degli accordi di pianificazione tra Comune e privati si è dimostrato uno strumento capace di favorire il necessario coinvolgimento dei proprietari immobiliari e, così, di facilitare la realizzazione degli interventi, evitando contenziosi. Lo strumento per la pianificazione e l’attuazione della rigenerazione urbana deve, dunque, essere quello della urbanistica per accordi e, a tal fine, è di fondamentale importanza anche la previsione di una disciplina, a livello di normativa statale, degli istituti della perequazione, della compensazione e della premialità edilizia”.

Un altro punto critico riguarda le disposizioni contenute nell’articolo 11, che prevedono la possibilità per i Comuni di aumentare progressivamente l’Imu sui beni immobili lasciati inutilizzati o non completati per più di cinque anni. L’associazione critica l’uso di strumenti fiscali punitivi, proponendo piuttosto l’utilizzo della fiscalità come incentivo per stimolare interventi e investimenti, non come strumento di penalizzazione.

“Siamo fiduciosi – conclude Confedilizia – che attraverso un dialogo costruttivo sarà possibile intervenire sul testo all’attenzione della Commissione Ambiente del Senato affinché sia tale da raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si propone”.

Aggiornato il 02 ottobre 2024 alle ore 11:11