La transizione elettrica manda in crisi l’automotive in Europa

L’industria automobilistica europea vive una fase di crisi profonda. La transizione all’elettrico sta provocando ritardi insostenibili. Per ora i marchi cinesi e la statunitense Tesla sono nettamente in vantaggio nella competizione globale. Nonostante i dazi imposti dalla Ue sui veicoli in arrivo dalle case automobilistiche di Pechino. Nel giro delle ultime due settimane prima Bmw, poi Volkswagen e oggi anche Stellantis hanno rivisto al ribasso le stime per il 2024. Tanto che nelle ultime ore hanno ripreso a circolare le indiscrezioni sulla possibile fusione tra Stellantis e Renault, che creerebbe un super gruppo proprietario di una ventina di marchi, capace forse di resistere agli urti del mercato. Il presente però è fatto di calo delle vendite – in un mix tra costo della transizione, concorrenza da parte dei brand cinesi, cambiamento delle abitudini che ha portato ad un minore uso delle automobili – con il rischio di un calo occupazionale nella filiera.

La decisione di Stellantis è dovuta “ai problemi di performance in Nord America e al deterioramento nelle dinamiche globali del settore”. Il margine del risultato operativo adjusted è atteso tra il 5,5 per cento ed il 7 per cento per l’intero 2024, in calo rispetto al precedente “double digit”, mentre il free cash flow industriale è previsto tra –5 miliardi e –10 miliardi di euro rispetto al precedente “positive”. Il gruppo stima 200mila consegne di veicoli in meno rispetto al calo di 100mila previsto precedentemente. La riduzione del margine del risultato operativo adjusted atteso – spiega Stellantis – è correlato per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America”, ma anche all’attesa di vendite inferiori nel secondo semestre in diverse aree.

“Il gruppo – spiega la nota – ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330mila unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025. Le azioni includono una riduzione delle consegne alla rete di più di 200mila veicoli nel secondo semestre del 2024 (un incremento rispetto alla riduzione di 100mila riflessa nella precedente guidance) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e iniziative di incremento della produttività che contemplano aggiustamenti sia sui costi che sulla capacità produttiva. Il deterioramento nelle condizioni globali del settore si traduce in una previsione di mercato per il 2024 a un livello inferiore rispetto all’inizio dell’anno mentre le dinamiche competitive si sono intensificate per effetto sia della maggiore offerta sia dell’accresciuta concorrenza cinese”. Il gruppo continuerà “a far leva ed espandere i propri differenziatori competitivi ed è convinto che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre”.

Aggiornato il 01 ottobre 2024 alle ore 10:05