L’Italia non è più un Paese di risparmiatori?

Nel 2023, la propensione al risparmio delle famiglie italiane ha raggiunto il livello più basso degli ultimi ventotto anni, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat. Questo dato rappresenta un’inversione di tendenza rispetto a quella che è sempre stata considerata una delle caratteristiche distintive del popolo italiano, storicamente noto per la sua attitudine al risparmio e alla gestione oculata delle finanze personali.

Gli sviluppi recenti sembrano suggerire un cambiamento radicale, che ha portato ad una contrazione della capacità di risparmiare, con conseguenze significative sull’economia del Paese.

Le cause del calo della propensione al risparmio

L’abbassamento della propensione al risparmio è un fenomeno multifattoriale, determinato da una serie di eventi economici, sociali e globali che hanno influenzato in modo profondo il comportamento delle famiglie italiane. In primo luogo, l’inflazione persistente, che nel 2023 ha raggiunto picchi non visti da decenni, ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie, aumentando i costi dei beni di prima necessità e riducendo lo spazio per il risparmio.

Questo fenomeno è stato ulteriormente aggravato dalla stagnazione salariale, che ha visto gli stipendi crescere a un ritmo ben inferiore rispetto all’aumento dei prezzi, lasciando molte famiglie in difficoltà nel mantenere lo stesso tenore di vita di un tempo. Un altro fattore da considerare è il peso crescente delle spese fisse, come quelle relative agli affitti, ai mutui e alle bollette energetiche, che sono aumentate in modo significativo a causa della crisi energetica globale e delle difficoltà di approvvigionamento.

Non meno rilevante è il cambiamento delle abitudini di consumo, che ha visto un incremento della spesa per beni e servizi considerati ormai essenziali, come la tecnologia e la connettività digitale, settori che un tempo erano visti come accessori ma che oggi rappresentano voci di spesa non trascurabili per le famiglie italiane.

Le spese più gravose e come gestirle

Le spese che gravano maggiormente sui bilanci familiari includono, oltre ai già citati affitti e mutui, anche i costi legati ai trasporti, le bollette e l’alimentazione. Gli aumenti dei prezzi dei carburanti e dei prodotti alimentari di base hanno reso più difficile per le famiglie risparmiare, poiché questi sono settori in cui i margini di manovra per ridurre la spesa sono spesso limitati.

Un altro aspetto rilevante riguarda l’aumento dei costi dell’energia, che molti italiani stanno cercando di contrastare migliorando l’efficienza energetica della casa, attraverso l’installazione di impianti di riscaldamento e raffreddamento più efficienti o l’uso di elettrodomestici a basso consumo. A volte, però, il costo maggiorato deriva anche dalla mancanza di un contratto idoneo ai consumi della famiglia, il che può portare a non avere il completo controllo sulle uscite per i costi delle utenze, rendendo difficile la pianificazione mensile per riuscire a risparmiare. Per questo motivo, come spiega questa guida online sul conguaglio, è importante effettuare periodicamente l’autolettura dei contatori per pagare sul momento il consumo reale e non stimato delle risorse energetiche, una misura particolarmente importante in un contesto economico che rende sempre più difficile il risparmio.

Un’altra accortezza riguarda la spesa alimentare: è consigliabile acquistare prodotti stagionali e locali, perché spesso offrono un miglior rapporto qualità-prezzo dovuto ai minori costi di gestione e trasporto. Infine, un ulteriore strumento utile da prendere in considerazione è l’investimento in piani di risparmio strutturati, alternative che consentono di mettere da parte piccole somme su base regolare, senza la necessità di grandi esborsi iniziali.

Aggiornato il 20 settembre 2024 alle ore 10:38