Le Borse crollano, occorre sostenere Piazza Affari

Dal Giappone agli Stati Uniti, passando per l’Italia, le Borse stanno segnando valori negativi, riportando alla memoria degli investitori persino il famigerato “lunedì nero” della finanza, giorno passato alla storia per il drastico crollo dei mercati di tutto il mondo. Era il 19 ottobre 1987 quando politiche sui cambi valutari, unite a recenti crisi petrolifere, avevano creato una combinazione disastrosa per il mercato finanziario, la peggiore dell’ultimo mezzo secolo. Oggi, sebbene la situazione appaia meno grave, le previsioni sui tassi d’interesse e le incertezze geopolitiche continuano a preoccupare chi opera in Borsa.

 

Le debolezze di Piazza Affari, tuttavia, hanno radici profonde. Già da molti anni, infatti, la Borsa italiana faticava più di altri listini europei ad attrarre nuove aziende e a trattenere quelle già quotate. Tra il 2013 e il 2023, l’associazione Assonime stima che 97 gruppi con una capitalizzazione complessiva superiore a 100 miliardi di euro abbiano abbandonato il mercato borsistico, un fenomeno noto in gergo tecnico come delisting. Questo sembra un paradosso se si considera che l’Italia è il secondo Paese al mondo per risparmio privato, dopo il Giappone. In altri termini, gli italiani accumulano capitale che però non investono, mentre molte aziende stentano a trovare liquidità indipendente dai prestiti bancari.

 

Il Governo sta cercando di affrontare questa annosa contraddizione e dare slancio alle piccole e medie imprese. La società pubblica Cdp Equity e il Fondo nazionale strategico stanno collaborando con Borsa italiana per coinvolgere il maggior numero di investitori tramite il cosiddetto “Fondo dei fondi”, finalizzato a incanalare investimenti nelle aziende quotate italiane. Questa iniziativa integra un progetto più ampio promosso dal deputato leghista Giulio Centemero, che dovrebbe diventare legge il prossimo autunno. La proposta di Centemero include la possibilità di convertire in credito d’imposta la quota di detrazione Irpef, già garantita alle persone fisiche che investono in startup e Pmi innovative, che superi l’imposta lorda dovuta dal contribuente. Altri interventi riguardano l’esenzione dall’imposta sul reddito da capitale per chi investe in fondi operanti con startup e Pmi innovative, oltre ad aumentare la platea di soggetti che possono operare come Società di investimento semplice, ossia veicoli di investimento che si concentrano su società non quotate o nelle fasi iniziali di attività. Tuttavia, l’istituzione del Fondo dei fondi rimane probabilmente l’elemento chiave su cui Centemero punta maggiormente per aiutare le aziende italiane quotate a uscire dalla sottocapitalizzazione, riducendo la loro dipendenza dai prestiti bancari e favorendo il loro potenziale di crescita. Un altro aspetto fondamentale per la crescita del Paese è l’istruzione economica. Nel decreto capitali è stata introdotta l’educazione finanziaria tra gli argomenti di educazione civica nelle scuole. Tuttavia, non basta. I tradizionali luoghi di apprendimento, come ad esempio i licei, sono insufficienti per diffondere una conoscenza economica approfondita e capillare. “Se è vero che il ‘mainstream’ copre poco questi temi”, sottolinea Centemero, “parecchia comunicazione viaggia su Reddit o Discord”, due delle piattaforme più utilizzate, con un pubblico in gran parte giovanile.

 

Per rilanciare l’economia italiana e mobilitare i più di mille miliardi di euro fermi sui conti correnti, è essenziale un’azione coordinata che preveda vantaggi fiscali, creazione di opportunità di investimento dentro e fuori Piazza Affari e interventi formativi, sia scolastici che social. Questo, ovviamente, non renderebbe la Borsa immune dalle tendenze globali negative come quella in atto, ma fornirebbe maggiore stabilità e aiuterebbe a superare alcuni degli ostacoli che da anni limitano la crescita economica e l’attrattività del mercato dei capitali italiano.

 

Aggiornato il 06 agosto 2024 alle ore 16:08