Come le “stablecoin” possono sostenere il dollaro

Tether ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile di 4,52 miliardi di dollari. Questa è una buona notizia per gli Stati Uniti e può contribuire a ridefinire alcuni equilibri geopolitici, ma per riconoscerne il potenziale occorre fare chiarezza su cosa sia e come funzioni la stablecoin più usata al mondo.

In generale, una stablecoin è una criptovaluta che replica con precisione il prezzo di un asset quale può essere una materia prima o, più frequentemente, una valuta tradizionale. Nello specifico, Tether può essere inteso come una versione digitale del dollaro che viene scambiata tramite blockchain, la tecnologia che è alla base anche del bitcoin. In questo modo diviene possibile acquistare una valuta di valore equivalente al dollaro senza ricorrere alla mediazione dei canali bancari tradizionali. Il vantaggio più immediato è per quei Paesi in forte depressione economica e con inflazione elevata. Il ceo di Tether, Paolo Ardoino, spiega l’importanza della stablecoin ricorrendo sovente all’esempio di un cittadino argentino intenzionato a proteggersi dalla svalutazione del peso. Potrebbe recarsi presso uno sportello bancario, dove gli sarebbe possibile scambiare soltanto una quantità limitata di peso in cambio di dollari. Oppure valuterebbe di rivolgersi a uno dei molteplici cambiavalute clandestini che pullulano lungo le strade di Buenos Aires, assumendosi però il rischio di girare per strada con una busta piena di pesos e, al ritorno, se tutto va bene, di dollari. Tether offre un’alternativa più efficiente e sicura, consentendo di acquistare dollari digitali online con commissioni irrisorie.

In vaste aree del mondo, specialmente nel continente africano, molte persone dispongono di un telefono con connessione a internet ma non di un conto in banca. Tether consente loro di effettuare transazioni con una valuta stabile quale il dollaro nonostante l’esclusione dal sistema bancario, offrendo, quindi, una valida alternativa alla detenzione di valute locali con elevata volatilità. Non è un caso se la grande parte degli utilizzatori di stablecoin sono soggetti residenti in Paesi con economie e istituzioni fragili.

Gli utenti scambiano un dollaro per un tether e i dollari così accumulati vengono utilizzati per acquistare principalmente titoli di debito statunitensi, ma anche, seppure in quota molto minore, oro (detenuto in un caveau in Svizzera) e bitcoin, così da generare profitto con un profilo di rischio complessivamente contenuto. Attualmente, Tether detiene oltre 90 miliardi di dollari in titoli del Tesoro degli Stati Uniti, risultando tra i principali acquirenti netti. Questo potrebbe costituire un supporto rilevante in caso di eventuali aste del Tesoro deludenti che altrimenti richiederebbero interventi importanti sulle politiche di bilancio. Qualora l’economia statunitense subisca una contrazione nel breve termine, per il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, risulterebbe difficile mantenere le ambiziose promesse relative al taglio della pressione fiscale. Allo stesso modo, la democratica Kamala Harris potrebbe dover rivedere alcune delle promesse sui programmi di assistenza già avviati dall’attuale presidente Joe Biden. In entrambi gli scenari, le stablecoin sul dollaro hanno il potenziale di alimentare la domanda per il biglietto verde e di rendere più appetibili, quindi meno costosi, i titoli di debito americani. Nel lungo termine, invece, la sostenibilità del dollaro è garantita dal suo ruolo di valuta di riserva a livello internazionale.

Sebbene la de-dollarizzazione, ossia il superamento di tale status quo, sia a oggi più simile a una romantica aspirazione dei Brics che a una possibilità concreta, la tendenza verso un’economia maggiormente multipolare è un tema di reale importanza per gli Stati Uniti. Anche in questo contesto, le stablecoin possono fornire un supporto importante al Paese a stelle e strisce. D’altra parte, le autorità finanziarie del primo rivale economico deli Usa, la Cina, stanno già ponendo la valuta digitale al centro della loro strategia di sviluppo e di politica estera. Il governo di Pechino sta attuando investimenti ingenti in infrastrutture fisiche e digitali nei mercati emergenti e complesse operazioni finanziarie per integrare lo yuan in un’ampia rete digitale. Questo rende ancora più urgente per gli Stati Uniti sviluppare un contesto favorevole all’adozione delle stablecoin con una visione di lungo termine, che può essere tale solamente se condivisa da entrambi i partiti del Congresso.

Aggiornato il 26 luglio 2024 alle ore 15:50