n.26 del 29 giugno 2024

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Confedilizia.

I saluti più cordiali e un ben ritrovati ai nostri ascoltatori.

In evidenza, innanzitutto sulla stampa, il report dell’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa secondo cui il mercato delle locazioni in Italia ha registrato un aumento significativo dei canoni nella seconda metà del 2023. Si tratta di incrementi che esprimono una continuazione della ripresa dei valori iniziata nel secondo semestre del 2015, temporaneamente interrotta dalla pandemia nel 2020, ma ripresa con forza dal 2021. Le cause vanno individuate nella crescita della domanda di immobili in affitto, pure dovuta alla difficoltà di acquistare casa per gli elevati tassi di interesse. Dall’altra parte, si registra una progressiva diminuzione dell’offerta di immobili in affitto per esigenze ordinarie per la legislazione vincolistica e l’elevata tassazione, lo spostamento verso impieghi più remunerativi degli immobili e il timore dei proprietari di non riuscire a rientrare in possesso dei loro immobili in caso di necessità o al termine della locazione. Vi è da aggiungere che molti inquilini preferiscono restare in affitto, non riuscendo ad acquistare, riducendo così il turnover degli appartamenti disponibili.

In rilievo anche la nota del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che ha chiesto al Governo di avviare una graduale riduzione dell’Imu, considerata un’imposta nemica del risparmio e della crescita, il cui gettito annuale è attualmente di circa 22 miliardi di euro annui, ed è dovuta persino per gli immobili inagibili e inabitabili, sia pure con base imponibile ridotta alla metà. Si tratta di un’imposta progressivamente espropriativa dei beni che colpisce, in particolar modo gli immobili, vale a dire la tradizionale forma di investimento degli italiani, e ciò la rende particolarmente pesante, anche sul piano sociale. “Le nostre proposte – continua la nota – sono sul tavolo da tempo. Si potrebbe iniziare eliminando l’Imu sulle case date in affitto con i contratti “a canone concordato”, per estendere l’offerta abitativa, e sugli immobili dei piccoli centri, per agevolare la rinascita di borghi e aree interne. Si scelgano delle priorità, ma occorre iniziare”.

Altri contributi diffusi dagli organi di informazione hanno riguardato il rapporto mensile dell’Abi, che riporta una diminuzione a maggio 2024 del tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni rispetto al mese precedente e a dicembre 2023. È il sesto mese consecutivo che si annota una variazione in diminuzione del tasso medio sui mutui. Sempre per quanto riguarda i tassi d’interesse, il Fondo monetario internazionale ha esortato la Banca centrale europea ad “allentare” la sua politica monetaria e ad abbassare i tassi di interesse a circa il 2,5 per cento entro la fine del terzo trimestre del 2025 sulla base delle prospettive di disinflazione. Come si legge nel rapporto del medesimo Fmi sull’economia europea, “un allentamento monetario continuo e graduale consentirebbe di mantenere ancorate le aspettative di inflazione e di evitare una politica monetaria eccessivamente restrittiva”.

Da segnalare, infine, la notizia che giunge dall’Argentina, che segnala come la cura di Javier Milei stia dando i risultati attesi anche nella lotta contro l’iperbolica inflazione che da molti anni affligge il paese latino-americano. Nella terza settimana di giugno, infatti, i prezzi dei generi alimentari e delle bevande sono rimasti invariati rispetto alla settimana precedente. Non accadeva da trenta anni. Tali risultati sono dovuti alle riforme liberali dello stesso premier, che ha disposto la riduzione della spesa pubblica, tagli ai sussidi, stop ai nuovi investimenti pubblici e alle assunzioni statali, così come dimezzamento del numero dei Ministeri. Si tratta di misure che servono non solo a migliorare il bilancio, ma anche a contrastare alla radice la causa dell’inflazione: l’eccesso di spesa monetizzato dalla banca centrale.

Il podcast di questa settimana si chiude con il commento di Andrea Mancia, direttore dell’Opinione delle Libertà: “Ilaria Salis rivendica la propria militanza nel movimento di lotta per il diritto alla casa? Mi ritrovo nelle battaglie per questo diritto, anche nelle occupazioni. Chiuse le virgolette. No, non è una fake news diffusa dagli hacker assoldati da Vladimir Putin o dalle famigerate centrali di disinformazione delle ultradestre. È una dichiarazione ufficiale rilasciata ai media da Nicola Fratoianni, segretario generale di uno dei maggiori partiti italiani, uno di quelli, tra parentesi, che può vantare un ottimo risultato elettorale alle ultime Europee. Fratoianni, naturalmente, è intervenuto per commentare le incredibili parole della sua controversa neoeletta, che si è vantata di aver occupato per anni un alloggio popolare, sottraendolo alla disponibilità di chi, a differenza sua, ne avrebbe avuto realmente bisogno. Viviamo, dice Fratoianni, in un Paese in cui la negazione dei diritti universali è fondamentale, è diventata la norma. E viviamo, aggiungo io, in un Paese in cui il diritto di proprietà, pietra angolare del mondo libero e della società occidentale, è sempre più spesso messo in discussione da esponenti politici che non solo si vantano di esercitare e difendere le illegalità più pacchiane, ma si sentono anche in dovere di sbandierare la propria superiorità morale”.

(*) A cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi

Aggiornato il 01 luglio 2024 alle ore 12:05