n. 24 del 15 giugno 2024

Di seguito la trascrizione dell’intera puntata a cura di Confedilizia.

I saluti più cordiali ai nostri ascoltatori. In primo piano, innanzitutto, i contributi sulla riduzione del costo del denaro di 25 punti base attuato dalla Banca centrale europea, che porterà a un alleggerimento delle rate dei prestiti indicizzati che potrebbe arrivare fino all’11 per cento da qui a fine 2025. In realtà – è stato pure riportato – il mercato si era già portato avanti da qualche settimana. E per questo motivo in alcuni casi la rata del mese di giugno ha inglobato l’effetto della sforbiciata. Il taglio ora operato, comunque, non salda ancora il pesante passivo di chi stava pagando un variabile agganciato a un Euribor negativo e da giugno 2022 ha subito i velocissimi rialzi della Banca centrale curopea, che hanno portato in molti casi la rata a crescere del 60 per cento con punte addirittura dell’80 per cento. È chiaro, in ogni caso, che un solo taglio non rende ancora giustizia rispetto ai 10 rialzi subiti, anche se indica, da un lato, che lo scenario peggiore sembra definitivamente accantonato; dall’altro che la mossa dell’istituto guidato da Christine Lagarde apre alla speranza di ulteriori futuri tagli, anche se la velocità delle sforbiciate sarà molto più blanda rispetto alla rapidità dei rialzi.

Ancora sulla stampa gli interventi che riguardano i bonus edilizi, i quali stanno progressivamente perdendo appeal per i troppi paletti. Tra essi quelli inseriti con il decreto Supebonus, con il quale sono state disposte restrizioni alle agevolazioni fiscali in materia e vietate, tra le altre cose, la cessione delle rate residue non fruite relative al Superbonus e a tutti i cosiddetti bonus “minori”. Per le aree terremotate, il legislatore ha inoltre riscritto, con ulteriori limitazioni, le regole per lo sconto in fattura e la cessione del credito, mentre sono attualmente in vigore restrizioni anche per gli Iacp, gli enti non profit e le cooperative di abitazione. È stata inoltre cancellata la possibilità di ricorrere alla “remissione in bonis” ed è stato sancito il divieto di compensazione dei crediti fiscali in presenza di debiti erariali. Se il contribuente non rientra nelle (poche) deroghe alle restrizioni imposte dalla normativa, i bonus edilizi potranno essere utilizzati solo in detrazione nella dichiarazione dei redditi e in caso di incapienza fiscale l’importo eccedente andrà perso.

Gli organi di stampa hanno pure ripreso i dati della nota trimestrale dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle entrate, secondo cui da gennaio a marzo il numero di case compravendute ha registrato una flessione del 7,2 per cento su base nazionale rispetto all'analogo trimestre del 2024. A pesare soprattutto il calo del 14 per cento di marzo 2024. La flessione delle compravendite di abitazioni riguarda tutte le aree territoriali, anche se in misura diversa. Nel Nord del Paese, infatti, il calo è più forte, anche perché è qui che si concentra circa la metà delle compravendite. In linea con la media nazionale la flessione al Centro, mentre rimane più contenuta nel Sud e nelle Isole. Nei Comuni minori la riduzione delle transazioni è risultata più accentuata rispetto ai comuni capoluogo di Provincia.

Sui media, infine, l’intervento del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, il quale, a margine dei risultati della consultazione elettorale per l’elezione del Parlamento europeo ha dichiarato: “Gli elettori europei hanno mandato alla Commissione e al Parlamento un messaggio chiaro: va invertita la rotta. Il nostro auspicio – ha poi aggiunto – è che la maggioranza e il Governo italiani s’impegnino sin da subito per dare vita a una maggioranza europea diversa da quella uscente, che metta al primo posto il totale ripensamento dell’intero Green deal, a partire da quel provvedimento sull’efficientamento energetico degli immobili, la cosiddetta direttiva case green, sulla quale hanno opportunamente votato contro, pur dopo aver contribuito a migliorarla”.

La conclusione del podcast è affidata al commento di Giovanni Gagliani Caputo, responsabile relazioni istituzionali e rapporti esterni di Confedilizia: “Il 31 maggio scorso le delegazioni delle associazioni della proprietà immobiliare, in rappresentanza di 28 Paesi europei, si sono riuniti ad Amsterdam per celebrare due importanti eventi: la Giornata internazionale della proprietà e il centenario dell’Unione internazionale della proprietà immobiliare, organizzazione nella quale l’Italia è rappresentata da Confedilizia. Fondata a Parigi nel 1923, l’Uipi tutela i diritti dei proprietari immobiliari. Venticinque anni dopo, nel 1948, le Nazioni Unite hanno adottato la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, nella quale viene riconosciuto il diritto di proprietà tra i diritti fondamentali. L’articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sancisce che ogni individuo ha il diritto di avere una proprietà personale o in comune con altri. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà. Proprio per tale motivo, nel 2004 l’Assemblea generale dell’Uipi ha istituito la Giornata internazionale della proprietà per ricordare a tutti i Governi l’importanza del diritto di proprietà, diritto che è insidiato quotidianamente sia dagli Esecutivi nazionali che dalla legislazione europea, come dimostra la recente direttiva “case green”. In un secolo di attività, l’Uipi ha costantemente perseguito i suoi obiettivi, tutelando gli interessi dei proprietari tutti e mantenendo vivo il suo impegno a difendere i diritti fondamentali di proprietà contro ogni minaccia”.

(*) A cura di Sandro Scoppa, conduce Gianfranco Fabi

Aggiornato il 17 giugno 2024 alle ore 11:19