Istat, cala il tasso di disoccupazione

Arrivano notizie che possono far sorridere Giorgia Meloni. Parliamo di lavoro, con gli occupati aumentati in termini congiunturali di 75mila unità (+0,3 per cento rispetto al quarto trimestre 2023), “a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+92mila, +0,6 per cento) e degli indipendenti (+32 mila, +0,6 per cento) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-49 mila, -1,7 per cento)”. Così l’Istat, che rivela: “Cala il numero di disoccupati (-55mila, -2,9 per cento in tre mesi) e aumenta quello degli inattivi di 15-64 anni (+37mila, +0,3 per cento). Simile – insiste – la dinamica per i tassi: quello di occupazione raggiunge il 62 per cento (+0,1 punti), quello di disoccupazione scende al 7,2 per cento (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni sale al 33,1 per cento (+0,1 punti)”. Tra l’altro, sottolinea l’Istituto nazionale di statistica, “nei dati provvisori del mese di aprile 2024, rispetto al mese precedente, si osserva un aumento degli occupati (+84mila, +0,4 per cento) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e alla stabilità del tasso di inattività 15-64 anni”.

L’occupazione, nel primo trimestre 2024, secondo l’Istat sale anche in termini tendenziali (+394mila, +1,7 per cento in un anno), “coinvolgendo, pure in questo caso, i dipendenti a tempo indeterminato (+3,1 per cento) e gli indipendenti (+1 per cento); i dipendenti a termine invece diminuiscono (-4,6 per cento), insieme ai disoccupati (-123mila in un anno, -5,9 per cento) e agli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-233mila, -1,9 per cento). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+0,9 punti rispetto al primo trimestre 2023) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-0,6 in entrambi i casi)”.

Sul fronte delle imprese, inoltre, emerge “la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, con un aumento pari allo 0,8 per cento, di entità lievemente inferiore nella componente a tempo pieno (+0,7 per cento) rispetto a quella a tempo parziale (+0,9 per cento). In termini tendenziali – viene indicato – la crescita delle posizioni dipendenti è più marcata, pari a 2,8 per cento nel totale, lievemente superiore per i full time (+2,9 per cento) rispetto ai part time (+2,6 per cento). Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,6 per cento) e, più lievemente, in termini tendenziali (+0,4 per cento)”. Aumenta, d’altro canto, il ricorso alla cassa integrazione (7,8 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti diminuisce di 0,3 punti nel confronto congiunturale e di 0,2 in quello tendenziale. “Su base congiunturale – termina l’Istat – il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) aumenta dello 0,1 per cento, e la crescita è di pari intensità per le retribuzioni e per i contributi sociali; in termini tendenziali l’aumento del costo del lavoro è più marcato, si attesta all’1,6 per cento, ed è trainato in particolare dalla componente retributiva che aumenta di +1,8 per cento a fronte di un aumento di +0,9 per cento dei contributi sociali”.

Aggiornato il 13 giugno 2024 alle ore 16:18