Il Minibond, uno strumento a supporto delle Pmi italiane

Il Minibond è uno strumento di investimento obbligazionario di finanza innovativa. I Minibond sono obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da società italiane non quotate, tipicamente Pmi, normalmente destinate a piani di sviluppo, a operazioni di investimento straordinarie o di refinancing. Permettono cioè alle società non quotate in Borsa di aprirsi al mercato dei capitali, trovando nuove fonti di finanziamento e riducendo la dipendenza dalle banche. Possono emettere Minibond le società di capitali, anche non quotate, con esclusione delle banche e delle micro-imprese. Quando un’impresa cresce velocemente, è probabile che gli operatori finanziari tradizionali non riscontrino in essa i parametri per sostenerla. Ed è in casi come questi che la Pmi può pensare di sfruttare il mercato dei Minibond, che rappresentano lo strumento perfetto per raccogliere nuovi capitali, essendo pensati apposta per aziende in forte crescita, non ancora quotate in Borsa. 

I Minibond possono essere utilizzati per:

1) garantire la liquidità di breve periodo e finanziare il capitale circolante;

2) sostenere piani di sviluppo industriale o programmi di internazionalizzazione di medio lungo periodo;

3) effettuare il rifinanziamento di debiti in scadenza;

4) diversificare le fonti di raccolta di capitale per frazionare il rischio e ridurre la dipendenza dal canale bancario.

I vantaggi nell’utilizzo del Minibond sono:

1) Un'efficace forma di autofinanziamento;

2) stabilità del prestito, grazie al fatto che durata e rimborsi sono preventivamente concordati prima del collocamento e non sono modificabili a discrezione dell’investitore. Ciò permette all’imprenditore di ovviare al rischio, soprattutto sui finanziamenti a breve, di revoche dei fondi o di cambiamenti imprevisti delle condizioni di accesso al credito;

3) assenza di segnalazioni in Centrale rischi, dove sono registrate tutte le esposizioni contratte da privati o imprese verso le banche e gli altri intermediari finanziari. Questo permette un rafforzamento del potere negoziale delle imprese.

I Minibond non prevedono un rapporto “uno a uno” tra emittente e investitore come tra banca-impresa, ma un processo di emissione in più fasi e più player finanziari coinvolti. Tra tutti, l’advisor è di fondamentale importanza, perché svolge un ruolo determinante nel valutare la Pmi emittente, verificando anche fattibilità e convenienza economico-finanziaria dell’operazione. Le imprese sono affiancate dall’advisor nei diversi passaggi necessari per effettuare l’emissione del Minibond, garantendo anche il coordinamento degli altri attori coinvolti. Nel processo di emissione, infatti, sono coinvolti anche gli arranger, che assistono la Pmi nella strutturazione del Minibond e nel suo collocamento, preparando al meglio l’azienda e i suoi soci.

Ancora più indispensabili sono gli investitori che sottoscrivono i Minibond. Senza la loro convinzione nel progetto imprenditoriale, infatti, non si riesce a beneficiare dei frutti dell’emissione. Gli investitori sono banche, ma soprattutto intermediari finanziari, fondi pensione, eventuali società di assicurazioni, fondi di “private debt” e società veicolo. Negli ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di questi strumenti. Questo incremento è stato sicuramente determinato dallo stallo del sistema bancario incapace di sostenere adeguatamente le Pmi e dalla maggiore comprensione del prodotto che fino a qualche anno fa era decisamente sconosciuto.

Aggiornato il 13 maggio 2024 alle ore 14:38