Fin dall’inizio del secolo scorso le politiche finanziarie del Lussemburgo sono sempre state propense ad attirare capitali dall’estero. Un Paese piccolo con pochissime risorse per sopravvivere ha dovuto investire su una normativa che favorisse l’accoglimento di società capogruppo europee e non solo. Fin dal 1929 il Paese ha mantenuto una normativa vantaggiosa e stabile che ha creato i presupposti per essere scelto come sede di numerosi gruppi industriali o sede delle holding finanziarie di questi gruppi. Ma le diverse agevolazioni fiscali non ci devono far cadere nell’errore di considerarlo un paradiso fiscale. Dal 2010, infatti, il Paese è stato incluso nella White List, cioè dei Paesi che accettano lo scambio di informazioni fiscali con gli altri Paesi. Abbandonata quindi la riservatezza nebbiosa di un tempo il Lussemburgo oggi è un Paese con una chiara posizione economica e finanziaria nello scacchiere europeo.
Le holding lussemburghesi storicamente erano di due tipi:
1) Holding del 1929.
2) Soparfi (Sociétés de participations financières).
Le holding del 1929 erano attive dalla Legge del Granducato del 31 luglio 1929 ed erano holding con benefici fiscali importanti. Avevano un’esenzione totale per i redditi da dividendi, royalties e plusvalenze da cessione di partecipazioni, interessi su finanziamenti e obbligazioni a favore delle società controllate. Inoltre, se la holding del 1929 distribuiva dividendi, questi mantenevano la tassazione a zero senza applicazione di nessuna ritenuta alla fonte. Nel 2006 la Commissione europea ha considerato le holding del 1929 come un sistema di aiuti di Stato e così nel 2007 il Lussemburgo le ha abrogate lasciando quelle in essere attive fino al 2010. Queste società non beneficiavano della normativa madre-figlia ma mantenevano diverse agevolazioni.
Le Soparfi al contrario esistono tutt’ora, possono svolgere anche attività commerciali o industriali e beneficiano del trattato madre-figlia europeo. Per il resto la tassazione su questo tipo di società è del 33 per cento alla quale si aggiunge un’imposta sul patrimonio dello 0,5 per cento e altre imposte comunali. Se distribuisce dividendi c’è una ritenuta alla fonte del 15 per cento. Ma dove sono i vantaggi. I vantaggi ci sono:
1) esenzione dell’80 per cento dei redditi da proprietà intellettuale e diritti d’autore;
2) esenzione totale sui dividendi percepiti dalle società controllate e collegate (possedute almeno al 10 per cento o con un prezzo di acquisto almeno di 1,2 milioni di euro);
3) esenzione delle plusvalenze da capital gain dovute a cessione di partecipazioni (possedute almeno al 10 per cento o con un prezzo di acquisto almeno di 6 milioni di euro).
Le ultime due esenzioni valgono solo se la partecipazione è posseduta da almeno 12 mesi ininterrottamente. L’esenzione sui dividendi vale, inoltre, se la società che distribuisce i dividendi è lussemburghese o appartenente all’Unione europea o appartenente ad uno Stato che applica una ritenuta alla fonte di almeno il 15 per cento. La scelta di costituire una holding in Lussemburgo passa principalmente da motivi di stabilità normativa. Le agevolazioni sono le stesse da decenni e questo permette di poter pianificare meglio le attività del gruppo e da un’esperienza secolare nella gestione di questo tipo di imprese. Per ultimo le agevolazioni fiscali previste pur essendo un Paese in White List sono decisamente importanti.
Aggiornato il 10 aprile 2024 alle ore 11:52